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HONG KONG-CINA

A chi giova l'arresto di Joseph Zen? Un'azione incomprensibile

La notizia dell’arresto del cardinale Joseph Zen ha viaggiato per tutti i giornali del mondo, con quella che è stata una unanime condanna di questo gesto. C'è da chiedersi a chi convenga questo arresto. Non al nuovo capo dell'esecutivo John Lee. E non alla Cina, la cui immagine viene compromessa. E quindi?

Esteri 17_05_2022
Joseph Zen

La notizia dell’arresto del cardinale Joseph Zen ha viaggiato per tutti i giornali del mondo, con quella che è stata una unanime condanna di questo gesto. Cercando di superare l’emozione forte che può dare il pensiero di un novantenne portato in prigione per motivi non ben chiari (“collusione con forze straniere” può voler dire qualunque cosa), c'è da chiedersi a chi convenga questo arresto.

Non si può far passare in secondo piano anche gli altri arresti, l’avvocato Margaret Ng, l’accademico Hui Po-keung e la cantante ed attivista Denise Ho, certamente sono persone conosciute tra coloro che hanno a cuore la sorte di Hong Kong ma a livello di fama il cardinal Zen ha certamente una dimensione più internazionale. Allora, la domanda continua a doversi porre: a chi è convenuto questo atto?

Al nuovo Chief Executive? Se si è presentato in questo modo, John Lee forse dovrebbe assumere un altro political advisor, che gli potrebbe suggerire come dopo un Chief Executive così odiato come Carrie Lam, sarebbe stato meglio cominciare con più morbidezza in modo da non esasperare ulteriormente l’atmosfera già estremamente tesa dell’ex colonia britannica, che ha conosciuto un esodo di massa di persone che, e si capisce perché, non si sentono più sicure come si sentivano un tempo.

Alla Cina? In un momento in cui essa di accreditarsi come player a livello strategico per quello che riguarda la scena internazionale e il conflitto in corso, una mossa come l’arresto di un novantenne, il cui reato è stato quello di aver sostenuto una organizzazione che aiutava le vittime di arresti e persecuzioni, qualunque sia il pensiero che si ha su di lui, è proprio come darsi la classica zappa sui piedi. Se la Cina pensa di divenire più simpatica con questi gesti si comporta come il classico ragazzo bello cresciuto che per impressionare gli altri imparte pacche sulle spalle che fanno rigurgitare quello che si è mangiato. Possibile che non si comprenda ancora che la percezione è spesso più importante della realtà delle cose? Ma studiano le scienze politiche?

All’accordo fra Cina e Vaticano? In realtà hanno fatto un favore enorme proprio alla parte che sostiene le tesi del cardinal Joseph Zen, dimostrando come il Vaticano debba riconsiderare i rapporti di fiducia costruiti con la controparte cinese. Avrebbe il Vaticano arrestato un alto funzionario cinese senza aver prima avuto una consultazione con la controparte? Perché arrestare un Cardinale non è come arrestare uno qualunque, i Cardinali sono gli stretti collaboratori del Papa. Se arrestano un Cardinale, come non pensare che possano farlo con ogni altro prete e leader religioso?

Più ci si riflette, e più è difficile comprendere cosa pensavano di ottenere. L’ondata mondiale di indignazione dovrebbe ora spaventare loro.