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tragicommedia

A Bucarest la farsa anti-Georgescu prevale sulla trasparenza

Con la nomina a primo ministro Ilie Bolojan riceve il compenso per aver gestito l'estromissione del candidato conservatore che aveva vinto al primo turno. Oggi in Romania, domani in Polonia, nel silenzio complice delle istituzioni europee.

Esteri 23_06_2025
LaPresse (AP Photo/Vadim Ghirda)

Si conclude in farsa il colpo di Stato a Bucarest, anticipo di quel che si vuole a Varsavia? Non finisce di stupire e preoccupare la continua e sfacciata violazione delle regole minime della democrazia ed il tacito sostegno che colpi di mano e interferenze istituzionali ricevono, silenziosamente, dagli organismi europei.

Mentre la situazione in Polonia si aggrava, anche a seguito delle nuove polemiche e minacce illiberali, seppur politicamente e numericamente immotivate, del premier in carica Donald Tusk verso il presidente della repubblica in carica Andrzej Duda e del leader dei conservatori europei ed ex premier Tadeusz Mazowiecki, in Romania si completa il mosaico del colpo di Stato e del complotto anti-democratico e autoritario dello scorso novembre. 

La tragicommedia messa in scena da oligarchi ex comunisti, poteri dell’establishment europeo e lobby di ogni natura a Bucarest, dopo la vittoria imprevista al primo turno del candidato cristiano, conservatore ed indipendente Călin Georgescu dell’inverno scorso si è conclusa miserevolmente nel weekend con la nomina da parte dell’attuale presidente della Repubblica, Nicușor Dan, indipendente ma sostenuto da tutti i partiti al potere negli ultimi 30 anni nel Paese, di Ilie Bolojan alla carica di Primo Ministro incaricato di formare il governo. 

Ebbene, lo scorso venerdì pomeriggio 20 giugno, il presidente non ha solo nominato Bolojan come premier ma ha anche ringraziato «i partiti che formano la maggioranza di governo per tutte queste settimane di discussioni», auspicando che «il governo sia sostenuto da una solida maggioranza e che le forze politiche all'interno di tale maggioranza cooperino». Lo stesso neo-presidente ha ricordato che sarà necessario da parte del nuovo esecutivo rilanciare l’economia e ridurre il deficit di bilancio, che loro stessi hanno incrementato in questi anni con prebende e assistenzialismo vario. A sua volta, il primo ministro designato, Ilie Bolojan, ha ringraziato il presidente per la nomina e assicurato il proprio impegno e non c’è dubbio che la sceneggiata possa aver successo visto che Ilie Bolojan era quel tal presidente del Senato (dal 23 dicembre 2024 al 20 giugno 2025) che aveva preso la presidenza delle Repubblica ad interim (dal 12 febbraio al 26 maggio 2025) dopo la vittoria di Călin Georgescu al primo turno, l’annullamento delle elezioni, le dimissioni dell’allora presidente della Repubblica Klaus Iohannis. 

Dunque colui che ha gestito sotto la sua presidenza i ricorsi di Călin Georgescu, la decisione di escluderne nel marzo scorso la candidatura alle elezioni del 4 maggio scorso ed era intervenuto direttamente e pubblicamente a sostegno dell’attuale presidente della Repubblica durante il ballottaggio elettorale per il voto del 18 maggio contro il cristiano conservatore George Simion, ora riceve il primo compenso per la sua gestione accorta e molto poco trasparente delle elezioni in Romania. Ricordiamo bene che l’allora presidente ad interim Ilie Bolojan aveva dichiarato il 12 maggio che, dopo aver analizzato i due candidati giunti al secondo turno, aveva deciso di votare per Nicuș o Dan, in un'intervista rilasciata lunedì a Radio Free Europe, radio finanziata sia da USAid sia dalla Soros Foundation. 

Lo stesso Ilie Bolojan, in veste di presidente ad interim, non solo aveva incontrato Emmanuel Macron per una visita informale a Parigi, a pochi giorni dalla sua entrata in carica, lo scorso 19 febbraio, ma aveva lo aveva rivisto, stavolta ufficialmente un mese dopo, il 20 marzo sempre a Parigi, nell’ambito di una delle prime riunioni della “coalizione dei volenterosi", con primi ministri e responsabili di nazioni molto più importanti e militarmente significative. Tutto ciò a conferma della interferenza voluta e mostrata pubblicamente dalla Francia, con il supporto della Commissione europea. 

Ebbene, come ha affermato il presidente della Repubblica della Romania in carica, il non più indipendente Nicușor Dan, è certamente vero che «il signor Ilie Bolojan è la persona più adatta per apportare i necessari aggiustamenti all'apparato statale» e, aggiungiamo noi, finanche a gestire i rapporti con il potere dell'establishment europeo e sostenere da Bucarest i desideri sia di Parigi che di Bruxelles. Tuttavia, rimane inimmaginabile che le istituzioni europee possano continuare a tacere su un tale furto democratico e messa in scena irrispettosa di ogni minima regola dello Stato di diritto, oltre che della sovranità nazionale.

Il silenzio di ieri e di oggi di tutte le istituzioni europee e persino dei capi di Stato e governo conservatori su ciò che accade a Bucarest è prodromico di ciò che si vuol che avvenga a Varsavia? Fosse così, la morente ed insignificante Europa, dovrebbe chiudere i battenti, presto che è già tardi perchè non si scada nel ridicolo.