Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
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Vergogna Scozia: arrestata e maltrattata pro-life 75enne

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Rose Docherty portata via dalla polizia a Glasgow per presunta violazione della legge sulle zone cuscinetto nei pressi delle cliniche per aborti: era ferma, in piedi, con un cartello in cui si diceva disponibile a parlare con chiunque. Perquisita e caricata su un cellulare come fosse una pericolosa criminale.

Vita e bioetica 29_09_2025 English Español

Le immagini del video che vi mostriamo sono più che inquietanti: una donna di 75 anni, Rose Docherty, viene arrestata a Glasgow per la presunta violazione della legge che ha creato delle zone cuscinetto nei pressi delle 30 cliniche scozzesi dove si praticano aborti. E viene caricata in qualche modo sul retro del furgone-cellulare della polizia (si vede che deve entrare in ginocchio), pur a conoscenza che ha problemi di mobilità avendo due protesi alle anche. Una scena sconcertante.

È accaduto sabato 27 settembre: Rose è da sola, ferma sul marciapiede a distanza dall’ingresso del Queen Elizabeth University Hospital, sebbene all’interno dei 200 metri che è il limite posto dalla legge, con appeso al collo un cartello che dice: “La coercizione è un reato. Sono qui per parlare, solo se tu lo vuoi”. Non ferma nessuno, non parla a voce alta per richiamare l’attenzione, non mostra oggetti religiosi, è semplicemente lì.

Ma la sua sola presenza richiede l’intervento di ben 4 poliziotti che prima la invitano a spostarsi da un’altra parte, poi al suo rifiuto l’arrestano per la presunta violazione della Legge sulle zone cuscinetto (Abortion Services Scotland Act, 2024). Quali parti della legge ha violato, chiede Rose? E il poliziotto diligentemente legge: «…l’avvicinarsi a qualcuno per cercare di persuaderlo a non accedere ai servizi per l’interruzione di gravidanza, circondare le persone mentre cercano di entrare o uscire dalla clinica o dall’ospedale (…), distribuire volantini, predicazione religiosa e veglie silenziose». Ovvia la replica di Rose al poliziotto: «Non mi stavo avvicinando a nessuno, non stavo distribuendo volantini, non stavo facendo nulla che contravvenisse alla vostra zona cuscinetto». Ma il poliziotto procede perché «sospetto che lei abbia commesso un reato e ritengo che tenerla in custodia sia necessario e proporzionato ai fini di condurla davanti a un tribunale o comunque di procedere nei suoi confronti».

Rose Docherty – fa sapere ADF International che ha anche distribuito il video del suo arresto - è stata poi trattenuta diverse ore dalla polizia, sbattuta in cella, e le è stata anche rifiutata una sedia malgrado la sua disabilità. Un trattamento vergognoso, da parte di una polizia che infierisce sui deboli mentre è incapace di fronteggiare i veri criminali: Glasgow è la città della Scozia con il più alto tasso di criminalità (789 reati per 10mila abitanti contro la media scozzese molto più bassa, 528 per 10mila abitanti), ma anche superiore alla media di Inghilterra e Galles (670 e 750 reati per 10mila abitanti rispettivamente). Per fare un confronto, Milano che è la città con il più alto tasso di crimini in Italia, nel 2024 ne ha registrati 710 per 10mila abitanti.

Cioè Glasgow ha seri problemi di ordine pubblico, eppure per le autorità è un’emergenza sicurezza la presenza dei pro-life, silenziosa e inerme, nei pressi delle cliniche per aborti. 

Peraltro Rose Docherty era già stata arrestata una prima volta nello stesso punto e nella stessa modalità lo scorso 19 febbraio, ma in agosto le autorità scozzesi avevano archiviato il caso dopo una campagna internazionale di protesta, incluso un post su X del Dipartimento di Stato americano che invitava la Scozia a rispettare la libertà di espressione. E questo dopo che il 14 febbraio il vice presidente americano J.D. Vance, nel famoso discorso alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza aveva duramente criticato la persecuzione dei pro-life nel Regno Unito citando il caso di Adam Smith Connor ma anche la nuova legislazione scozzese, in base alla quale i cittadini sono stati avvertiti che «anche le preghiere private nelle proprie case possono violare la legge».

Ma non è bastato e Rose Docherty si trova di nuovo nei guai con la legge: rilasciata su cauzione rischia ora una sanzione fino a 10mila sterline, ma intanto le è proibito di avvicinarsi alle cliniche per aborti ben oltre i 200 metri previsti dalla Legge sulle zone cuscinetto.

«Anche se è diventato comune sentire di abusi e discriminazione da parte della polizia nei confronti dei pro-life – dichiara alla Bussola Isabel Vaughan Spruce, fermata più volte dalla polizia britannica per la preghiera silenziosa – trovo questo arresto particolarmente raccapricciante. Una nonna di 75 anni, che ha due protesi alle anche, arrestata, perquisita e maltrattata facendola salire sul retro di un furgone con mani e ginocchia… E per cosa? Perché era ferma su una via pubblica per rendersi disponibile a conversazioni consensuali. Se non fosse stato ripreso da una telecamera sarebbe difficile da credere!». «Quando calpestiamo la dignità dei bambini non nati – prosegue Isabel Vaughan Spruce -, quando calpestiamo la dignità delle madri in attesa, non sorprende che si calpesti anche la dignità degli anziani».

Dopo il rilascio, Rose Docherty ha dichiarato che «tutti hanno diritto ad avere conversazioni consensuali. Io tenevo il mio cartello con compassione e amore, un invito a parlare per chiunque volesse, senza accostarmi a nessuno. Non è giusto che io sia trattata come una criminale soltanto per la mia disponibilità ad ascoltare. La conversazione non è proibita per le strade di Glasgow, eppure è già la seconda volta che vengo arrestata per questo motivo».

Quello che si vede in questo video è molto preoccupante, intanto perché dimostra un incremento degli abusi e delle intimidazioni contro i pro life nel Regno Unito: non basta neanche una legge ingiusta e severa contro di loro, dal dialogo tra il poliziotto e Rose appare evidente che la Docherty non stesse violando alcuna condizione della pur ingiusta legge sulle zone cuscinetto. Siamo ormai nel puro arbitrio, degno di uno stato di polizia.

Ma c’è anche chi vorrebbe importare questo “modello”, Italia inclusa, come abbiamo visto nei giorni scorsi in Emilia Romagna. Il che rende «urgente - come ci dice Isabel Vaughan Spruce – affrontare il tema della persecuzione dei pro-life, se i nostri Paesi vogliono ancora essere rispettati a livello internazionale».