USA, le ragioni della crescita dell’odio verso le chiese
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Il Family Research Council documenta l’incremento negli ultimi anni dei casi di ostilità contro le chiese cristiane. Tra i motivi, la perdita della fede, le politiche anticristiane e l’astio generato dalle lobby Lgbt e abortiste.

Thomas Jacob Sanford, un veterano del Corpo dei Marine, il 28 settembre scorso ha assaltato la chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni a Grand Blanc Township, in Michigan. Ha incendiato la chiesa e poi ha iniziato a sparare colpi di fucile sui fedeli mormoni riuniti per la funzione domenicale. Risultato: quattro morti più l’attentatore ucciso dalle forze dell’ordine, otto feriti di cui uno in pericolo di vita e un numero imprecisato di dispersi sotto le macerie della chiesa. Dunque, il numero di morti potrebbe salire.
Casi simili non sono rari negli Stati Uniti. Il Family Research Council (FRC) dal 2018 monitora i casi di ostilità contro le chiese cristiane negli USA che fino al dicembre del 2024 ammontavano a 1.384. Presumibilmente gli incidenti sono molti di più, dato che non tutti vengono denunciati alle forze dell’ordine. Sotto la voce “atti ostili” vanno rubricati: atti di vandalismo, incendi dolosi, incidenti con armi da fuoco, minacce di attentati dinamitardi, aggressioni fisiche, interruzione delle funzioni religiose e omicidii.
L’ultimo report del FRC ci informa che il numero di incidenti nel 2020 ammontava a 55, sono saliti a 98 nel 2021, 198 nel 2022, 485 nel 2023. Spiega il rapporto: «Il 2023 ha segnato un record per gli incidenti ostili. I suoi 485 incidenti sono stati più del doppio del totale del 2022. Nel 2024, il numero di incidenti si è stabilizzato a 415», incidenti che hanno interessato 383 chiese. 485 è un numero ben superiore alla somma degli incidenti avvenuti dal 2020 al 2022, segno che il trend è in crescita. Ma anche la gravità degli atti violenti è aumentata. Ossia non solo la quantità di atti ostili è cresciuta, ma anche la qualità: nel 2024 «il numero di incidenti correlati alle armi da fuoco (28) è stato più del doppio del totale dell'anno precedente (12)». Il fenomeno è così preoccupante che anche il presidente Donald Trump è stato costretto a pubblicare un ordine esecutivo dal titolo Sradicare i pregiudizi anticristiani. In esso si può leggere: «L’ostilità e il vandalismo contro le chiese e i luoghi di culto cristiani sono aumentati: il numero di tali atti identificati nel 2023 supera di oltre otto volte il numero del 2018».
Il rapporto poi si interroga sulle cause di questo incremento dell’odio verso le chiese cristiane. Il primo motivo, banale a dirsi, è la perdita della fede. Annota il report: «Sebbene le motivazioni di molti di questi incidenti rimangano sconosciute, l'aumento dei crimini contro le chiese si verifica in un contesto in cui sempre meno americani partecipano a funzioni religiose o si identificano con una fede specifica». La mancanza di fede può portare all’indifferenza religiosa o addirittura all’avversione religiosa.
Un sondaggio dell’istituto Gallup (Jeffery M. Jones, La frequenza in chiesa è diminuita nella maggior parte dei gruppi religiosi statunitensi, Gallup, Inc., 25 marzo 2024) evidenzia che 20 anni fa il 42% degli americani frequentava una funzione religiosa, oggi siamo scesi al 30%. Altro dato: il Pew Research Center nel 2024 ha pubblicato un rapporto il cui titolo già dice tutto: 8 americani su 10 affermano che la religione sta perdendo influenza nella vita pubblica, segno che nel percepito collettivo il fattore religioso è giudicato sempre più irrilevante. La percentuale indicata dal Pew Research è poi aumentata di sei punti percentuali dal 2022. Da qui la conclusione del report: «Poiché il cristianesimo sembra perdere influenza e rispettabilità nella vita americana e sempre meno persone si sentono emotivamente o spiritualmente legate alle chiese, potrebbe esserci una minore pressione sociale per scoraggiare i potenziali criminali dal prendere di mira le chiese».
Un secondo motivo per cui le chiese vengono bruciate o devastate sta nell’avversione alle posizioni dottrinali assunte dalle chiese cristiane. Il rapporto però ci informa che gli incidenti provocati da motivazioni legate a sentimenti pro-choice, in relazione all’aborto, e pro-Lgbt sono in lieve diminuzione. Ma, come già accennato, occorre tenere presente che nella maggior parte dei casi le motivazioni degli atti ostili rimangono sconosciute. Ciò ci permette almeno di ipotizzare che una quota assai rilevante di attacchi alle chiese sia motivata da sentimenti di astio verso le posizioni dottrinali delle chiese relativamente a questioni morali di carattere sensibile. Questa ipotesi è suffragata da un dato amaramente interessante: nel 2024 «giugno ha registrato il tasso più alto di ostilità, con circa il 22% di questi episodi legati a questioni Lgbt». E giugno è il mese dei pride. Dunque, quando la comunità Lgbt celebra l’orgoglio di peccare, ecco che, contemporaneamente, aumentano gli attacchi alle chiese per mano di sostenitori delle rivendicazioni di gay e trans. Più sventolano le bandiere arcobaleno, più le chiese bruciano.
Infine, il FRC individua un terzo motivo che arma le mani di vandali e assassini: «Nel 2024, il FRC ha pubblicato un rapporto intitolato Liberi di credere? L'intensificarsi dell'intolleranza verso i cristiani in Occidente, che evidenzia episodi significativi di ostilità nei confronti di chiese, organizzazioni e singoli cristiani da parte dei governi occidentali negli ultimi quattro anni». Se il governo discrimina e perseguita la religione cristiana, sarà più facile che anche gli atti di ostilità contro le chiese aumentino.
Quindi, in sintesi, l’ostilità contro le chiese è provocata dalla minore deterrenza sociale che si registra negli ultimi anni a causa di un abbandono della pratica religiosa e delle politiche anticristiane nonché dall’astio ingenerato dalla mancanza di fede e dalla militanza delle lobby pro-choice e pro-Lgbt.