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L'EVENTO

Una Giornata da Bussola

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La perseveranza nella fede sono volti concreti di persone che rinnovano ogni giorno l'incontro con Cristo, sia che vivano in un monastero sia che lottino quotidianamente nel mondo. È quello che abbiamo visto e vissuto sabato alla Giornata della Bussola.

Editoriali 01_10_2024 English

«Perseveranza non è ripetizione, ma è rinnovare ogni giorno l’incontro con Cristo». Questa affermazione che abbiamo ascoltato sabato alla Giornata della Bussola da madre Monica Della Volpe, cistercense della stretta osservanza, rende ragione non solo di questo ma di tutti gli appuntamenti annuali della Bussola.

È questo in fondo il motivo del successo di queste Giornate, e sabato scorso ancora una volta con il tema “Perseverare nella fede”: non la ripetizione ostinata di un discorso o di un giudizio, per quanto giusto, cambiando solo gli interpreti, ma l’incontro sempre nuovo con persone che testimoniano con la loro vita cosa vuol dire annunciare Cristo nelle più diverse circostanze: sia che si viva in un monastero, come appunto madre Monica nella trappa di Valserena, che ci ha indicato la necessità di ritrovare l’anima; sia che ci si trovi in prima linea davanti alle cliniche per l’aborto a offrire aiuto alle donne che sembra non abbiano alternative alla soppressione del proprio figlio in grembo, come Isabel Vaughan Spruce.

Di Isabel abbiamo più volte raccontato su queste colonne delle sue vicissitudini in Inghilterra: dei due arresti per aver pregato in silenzio, da sola, davanti a una clinica per aborti, dei suoi processi e del risarcimento ottenuto per il comportamento inappropriato della polizia. Ma a Palazzolo sull’Oglio, sabato, abbiamo soprattutto conosciuto l’origine e il senso della sua militanza pro-life: la sua fede cattolica, ricevuta da suo padre che apriva la casa ai malati mentali liquidati da una clinica psichiatrica nei dintorni. Fede che l’ha portata a riconoscere nelle cliniche per aborti il Golgota di oggi, dove Cristo viene ancora crocifisso, e che quindi esige da parte nostra lo stesso atteggiamento di Maria: la presenza orante ai piedi della Croce.

Abbiamo incontrato Luca Di Tolve, che porta impressi nella sua carne i segni di una ideologia che vuole distruggere l’uomo cancellandone l’identità sessuale; ma che testimonia come la Grazia di Dio, attraverso Sua Madre, possa guarire quelle ferite e farlo diventare strumento per la salvezza di altri uomini e donne incappati nella stessa rete di perdizione.

La perseveranza è messa duramente alla prova anche dentro la Chiesa: ce ne ha parlato monsignor Nicola Bux nella meditazione mattutina, che abbiamo già pubblicato integralmente ieri, ma lo abbiamo vissuto anche attraverso le parole di Luis Badilla, un osservatore vaticano d’eccezione. Arrivato in Italia nel 1973, esule dal Cile dopo il golpe del generale Augusto Pinochet, ha lavorato per 40 anni alla Radio Vaticana e ha quindi creato Il Sismografo, una rassegna stampa online in quattro lingue che per 17 anni fino al dicembre scorso ha offerto una panoramica ineguagliabile su tutto quanto vive nella Chiesa. Il Sismografo è stato uno strumento fondamentale per tutti i giornalisti ma anche per tutti quanti sono interessati alla Chiesa e alla Santa Sede, se è vero che è arrivato ad avere in media 400mila visite al giorno. E nel fervore delle parole di Badilla abbiamo visto tutta la passione e l’amore per la Chiesa, una e cattolica, pur dentro il travaglio, la confusione e la divisione che vi regnano oggi.

E non poteva certo mancare la celebrazione del primo anno di Bussola mensile, l’avventura cartacea che abbiamo iniziato proprio come nostra umile risposta al deserto provocato da anni e anni di mancato insegnamento dei contenuti della fede e di svilimento della ragione. Con la Bussola mensile, che si affianca all’Ora di dottrina, le lezioni di catechismo online che pubblichiamo ogni domenica, abbiamo rilanciato la formazione apologetica che, come ci ha spiegato don Marco Begato, è nel dna dei cristiani. Non una propaganda ben fatta per rendere più accattivante il prodotto Chiesa, ma la riproposizione delle ragioni della nostra speranza, una esigenza che è stata una costante in tutti i duemila anni di Chiesa anche se ha preso forme diverse nei diversi periodi della storia.

E infine abbiamo visto la perseveranza nella fede anche in suor Rosalina Ravasio che, da padrona di casa («Ma che padrona, sono la sguattera» ha replicato lei), ha voluto benedire il nostro lavoro di giornalisti, chiamati a riconoscere la presenza di Cristo nelle pieghe della cronaca e a renderla riconoscibile a tutti quanti ci seguono. Suor Rosalina, come è noto, è infatti la fondatrice della Comunità Shalom, per il recupero dalle dipendenze, che ormai da sette anni è la casa della Giornata della Bussola.

C’è un’ultima questione che ci sta a cuore: sì, la giornata è stata bella e piena di testimonianze che ci hanno emozionato e fatto riflettere, ma non può essere semplicemente una bella parentesi. Quel che abbiamo visto e vissuto esige che viviamo ogni giorno della nostra vita nella perseveranza, ovvero – come si diceva all’inizio - con il desiderio di rinnovare ogni giorno l’incontro con Cristo, affidandoci a Maria, nella fedeltà alla Chiesa. Anche l’opera della Bussola a questo serve, ha questo come orizzonte ultimo che giudica la cronaca quotidiana; altrimenti sarebbe solo un’altra testata giornalistica fra le altre, magari con le idee un po’ diverse e controcorrente, ma sostanzialmente inutile.



EVENTO

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