Sull'Oms cade la tegola dei finanziamenti occulti
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Il crescente problema dei fondi neri intascati dalla Fondazione dell’OMS solleva sospetti più che legittimi su trasparenza e conflitti di interesse tra l’intera organizzazione e sponsor filantropici e farmaceutici.

Una nuova indagine pubblicata sulla rivista BMJ Global Health a fine luglio sui conti dell’OMS e ripresa nei giorni scorsi dal “The Guardian”, ha rilevato che la trasparenza delle donazioni alla Fondazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un organismo indipendente che ricerca fondi da parte dell'industria, della società civile e dei governi per sostenere l’attività dell’OMS, è crollata nei suoi primi tre anni di attività. Poco male visti gli eccessi dell’epoca Covid.
Ciò che invece deve preoccuparci sempre di più è il fatto che la maggior parte dei donatori non viene resa pubblica. Secondo la recente ricerca, fino alla fine del 2023, ultimo anno per il quale sono disponibili dati, la fondazione ha ricevuto circa 83 milioni di dollari in donazioni aziendali, nascondendo l'identità dei donatori per circa il 60% della somma. Il livello delle donazioni di denaro oscuro aumenta ogni anno: l'80% dei finanziamenti della fondazione nel 2023 proveniva da fonti anonime che hanno versato contributi di almeno 100.000 dollari, rispetto al 15% del primo anno, secondo quanto rilevato dagli autori del rapporto.
L'OMS elenca pubblicamente le destinazioni generali delle donazioni, come "Covid", ma la destinazione più consistente è quella per i "costi operativi", che secondo i critici è un termine nebuloso. C’è dunque più di una preoccupazione, affermano i ricercatori, sul potenziale «livello di influenza esterna e il ruolo degli interessi commerciali nella definizione delle priorità dell'OMS». Nel frattempo, le donazioni aziendali rese pubbliche suggeriscono che il denaro venga spesso erogato per finanziare le priorità dei donatori, non dell'OMS, hanno affermato gli autori del rapporto.
Nel 2020, la fondazione era stata istituita proprio per raccogliere fondi da una gamma più ampia di donatori, rispetto a quelli che l'OMS può accettare direttamente, inclusi individui, fondazioni di filantropi e aziende. «Le domande importanti sono: che influenza hanno i donatori clandestini sull'OMS? E cosa sta cercando di nascondere la fondazione?», ha affermato Gary Ruskin, direttore di “US Right To Know”, un'organizzazione no-profit che promuove la trasparenza e monitora le decisioni ed iniziative dell'OMS.
Tra le principali aziende che hanno effettuato donazioni pubbliche ci sono l'azienda biofarmaceutica Sanofi, le aziende farmaceutiche Boehringer Ingelheim e Novo Nordisk, TikTok, Maybelline e Meta, che hanno finanziato programmi sulla salute mentale, la malattia del sonno e il diabete. L'OMS ha sottolineato più volte di non accettare denaro da aziende produttrici di armi da fuoco o tabacco, ma gli autori della ricerca affermano che l’Agenzia della salute globale potrebbe comunque accettare denaro da aziende che svolgono un ruolo primario nelle crisi di salute pubblica, come quelle dei settori alimentare ultra-processato, dell'alcol, della chimica o dei combustibili fossili.
La denuncia è grave perchè «prove sostanziali suggeriscono che queste ultime aziende utilizzino le donazioni per iniziative come opportunità per distrarre l’opinione pubblica dai danni alla salute dei propri prodotti, per integrare i piani di marketing e per supportare più ampi sforzi di lobbying contro le normative o consultazioni sulla salute pubblica dell’OMS», hanno scritto gli autori.
Per parte sua, l’OMS ha affermato di aver messo in atto un protocollo interno e di aver effettuato «rigorose verifiche di due diligence e di governance» per garantire che non vi siano conflitti di interesse. Tuttavia ad oggi, nemmeno delle nuove regole di trasparenza che evitino conflitti di interesse c’è una reale consapevolezza delle decisioni prese. La salute pubblica dipende, in modo cruciale, dalla fiducia dei cittadini e se l'OMS vuole essere affidabile e credibile, deve rendere disponibili le notizie sulla provenienza delle donazioni e sulle finalità delle stesse».
In un'intervista nel 2023, Anil Soni, amministratore delegato della Fondazione OMS, aveva affermato che la fondazione manterrà l'OMS lontana dall'influenza delle aziende, giustificando le donazioni in nero perchè «vogliono rimanere anonimi perché altrimenti vengono sollecitati o addirittura presi di mira perché sono visti come una fonte di ricchezza». A ben vedere però c’è ben poco da stupirsi, ma molto di cui preoccuparsi. Infatti lo stesso Soni è stato responsabile globale delle malattie infettive presso Viatris, un'azienda farmaceutica multinazionale.
Non a caso perciò la ricerca pubblicata si conclude denunciando la difficoltà di valutare dove, quando, come e quanto spesso si verifichi un conflitto di interessi, data la percentuale di donazioni anonime alla Fondazione OMS. Il modello di finanziamento dell'OMS pone «implicazioni di legittimità potenzialmente significative per l'organizzazione e per la salute globale», hanno scritto i ricercatori. Piena luce e trasparenza sui fondi neri o immediata chiusura, non ci sono vie di mezzo per il futuro dell’OMS.