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ASPIRANTE LEADER

Sigrid Kaag, simbolo dell’Olanda cattoprotestante

Si è candidata alla guida di Democratici 66, partito socioliberale e antireligioso. Si fa promotrice della cosiddetta “salute riproduttiva” (aborto) nei Paesi poveri e crede che la fede sia “una questione privata”, ma si dice cattolica. Eppure, le sue posizioni sono inconciliabili con il Catechismo.

Esteri 13_08_2020

Sigrid Kaag, candidata cattolica alla guida del partito socioliberale e antireligioso olandese D66 (Democratici 66), è il simbolo della scristianizzazione del Paese e della protestantizzazione del cattolicesimo. Sempre più politici di spicco, nominalmente cattolici, anzi orgogliosi di sbandierarlo in campagna elettorale, cedono alla ‘privatizzazione’ della loro fede. Il pericolo di siffatto atteggiamento, richiamato con chiarezza dal cardinale Müller in un’intervista al Catholic World Report di due anni orsono, era già stato illustrato da don Luigi Giussani e ribadito da monsignor Luigi Negri recentemente. La fede non è una cosa che “si sente”, perché se così fosse - cessato il sentimento - la fede non avrebbe più alcun peso nella vita dell’uomo.

L’ultimo caso eclatante riguarda proprio la candidatura di Sigrid Kaag a leader del partito D66. La Kaag è tra i grandi favoriti, è una “libertaria” e una cattolica praticante allo stesso tempo, e molti si chiedono se le due cose possano davvero andare insieme. Il 21 giugno 2020, la Kaag ha annunciato la sua candidatura a leader del partito in vista delle elezioni generali olandesi previste per il 17 marzo 2021. Nel suo annuncio, Kaag ha dichiarato esplicitamente di voler diventare la prima premier donna dei Paesi Bassi. Si candida alla guida di un partito che mette ben in chiaro nel suo sito web ufficiale che “cerca di rompere il potere degli schemi tradizionali di classe e i riferimenti religiosi".  È sempre stata una persona di fede, ha detto lei stessa al settimanale cattolico olandese Katholiek Nieuwsblad in un’intervista durante il suo viaggio a Roma lo scorso 9 luglio, quando ha anche visitato il Vaticano (vedi qui). “Sono nata e cresciuta cattolica… Ero spesso una chierichetta per motivi pratici… la fede mi è venuta in gioventù. È sempre rimasta con me”.  “Come Maria (la Madonna!). Non posso dire che lei sia il mio esempio in questo XXI secolo terreno, ma sono molto legata alla sua sofferenza. Nella sofferenza di Maria, riconosco la sofferenza delle persone e la sensazione di essere costretta a guardare nel dolore, pur confidando in Dio”.

La Kaag pensa che “i protestanti siano cattolici migliori, perché hanno una migliore conoscenza dei testi biblici". Lei, infatti, proprio incarnando la protestantizzazione assoluta dell’insegnamento morale cattolico, separa il più possibile la sua fede personale dal suo lavoro e dalle sue decisioni politiche. "Ho dovuto negoziare per tutta la vita su questioni complesse. Tener presenti le proprie emozioni e i sentimenti personali, non aiuta a prendere le decisioni giuste. (La fede) è una questione privata” (vedi qui).

Ministro per il Commercio estero e la cooperazione internazionale, la Kaag non ha disdegnato sin qui di elargire milioni di euro per la cosiddetta “salute riproduttiva” (leggi aborto) e l’educazione sessuale in tutto il mondo e in particolare nei Paesi poveri (vedi qui). Il partito D66 ha recentemente proposto un’ulteriore liberalizzazione dell’eutanasia, riguardante tutti i cittadini olandesi che abbiano compiuto 75 anni, anche in buona salute, purché ritengano di “aver completato la propria esistenza”.

Ora, come sia possibile conciliare una tanto sbandierata fede cattolica e la Nota Dottrinale circa l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica e le stesse parole recenti di papa Francesco sulla validità della Dottrina sociale della Chiesa - conciliare cioè la difesa della vita umana fin dal concepimento e della famiglia con l’aborto, l’eutanasia e l’ideologia gender con cui si ricattano i Paesi poveri - resta un mistero. Urge però una presa di posizione chiara e netta, a partire dalla Chiesa olandese. Non è lecito vilipendere la fede cattolica, tantomeno se a farlo sono sedicenti cattolici che si vantano per decisioni e atti totalmente contrari al Catechismo.