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LA RICERCA

Senza vere libertà e parità non c'è la buona scuola

La buona scuola passa attraverso la parità pubblico-privato e una reale libertà di educazione. La tesi è espressa in S.O.S. Educazione. Statale, paritaria: per una scuola migliore, volume edito dalla Fondazione per la Sussidiarietà. Il libro raccoglie gli scritti di docenti universitari, addetti ai lavori e studiosi del settore.

Educazione 01_12_2014
La copertina del libro: "S.O.S. Educazione. Statale, paritaria: per una scuola migliore”

Per rilanciare la qualità dell’insegnamento e salvare la scuola italiana da una rovinosa e costante caduta verso il basso, la parola chiave è una sola: autonomia. L’ideologia statalista ha condizionato per anni le politiche nel settore dell’istruzione, ritardandone l’ammodernamento e l’allineamento a standard qualitativi e gestionali già ben radicati in altre realtà nazionali. La situazione in Italia è anomala rispetto alla quasi totalità dei Paesi europei poiché la scelta scolastica è limitata alle scuole statali autonome, dove non è quasi mai possibile scegliere la sezione, né vi è garanzia che gli insegnanti restino e che la classe del figlio persegua in modo stabile un dato programma educativo.

A trattare con puntualità e in modo assai documentato l’argomento sono Luisa Ribolzi (professore ordinario di sociologia dell’educazione) e Giorgio Vittadini (professore universitario e presidente della Fondazione per la sussidiarietà) nel volume S.O.S. Educazione. Statale, paritaria: per una scuola migliore, edito dalla Fondazione per la sussidiarietà. É un agile volume che raccoglie gli scritti di docenti universitari, addetti ai lavori e studiosi del settore (Glenn, Bottani, Guerin, Lepore, Falzetti, Ricci, Agasisti, Pasolini, Poggi, Bramanti, Checchi, Verzillo, Salisci) che, insieme con i due curatori dell’opera, offrono una serie di contributi in vista di un auspicato allineamento dell’Italia al sistema europeo, alla luce delle best practices già realizzate in altri Stati dell’Unione e negli Usa. Occorre evitare in ogni modo – si legge nel volume- posizioni viziate da un approccio ideologico, che da troppo tempo condiziona la riflessione sul tema di come attuare un’effettiva parità tra scuola statale e scuola paritaria. Nella pubblicazione, presentata di recente, si fa il punto sulla situazione del sistema scolastico italiano e sul ruolo che in esso svolge la scuola paritaria, analizzandone le dimensioni numeriche, gli andamenti, gli esiti in termini di apprendimento, i costi e le caratteristiche degli “imprenditori educativi”.

«L’ipotesi di partenza», si precisa, «è che solo adottando un atteggiamento pragmatico e innovativo capace di tenere in considerazione il maggior numero di fattori sarà possibile realizzare un sistema scolastico nazionale, secondo il dettato della legge 62/2000, il che non significa in alcun modo omologare l’offerta formativa, se non in termini di affidabilità e di qualità. L’emergenza educativa, che ormai è sotto gli occhi di tutti in Italia, impone uno sforzo di riflessione e di proposta che valorizzi il contributo di ciascuno, al di là degli schieramenti culturali e politici, in vista di una scuola migliore, a vantaggio di tutti: studenti, insegnanti, genitori e dell’intera società».

Luisa Ribolzi, in uno dei pregevoli saggi contenuti nel volume, sottolinea l’esigenza inderogabile di potenziare l’autonomia reale delle scuole per favorire la scelta delle famiglie e illustra le tre possibili forme di concorrenza. Nella prima, quella attualmente praticata in Italia, le scuole si finanziano da sole con rette stabilite dal mercato, ma le famiglie povere possono fruire di queste scuole solo per i figli più capaci, grazie alle borse di studio. Nella seconda, le scuole sono autonome e finanziate dallo Stato in base ai risultati di una valutazione centralizzata, ma metodi e strumenti della valutazione sono contestati. Nella terza, che è quella preferita da Ichino e Tabellini, citati nel saggio, le scuole sono autonome, ma finanziate dallo Stato con fondi che seguono gli alunni nelle scuole scelte dalle famiglie in base a un adeguato sistema informativo costruito dallo Stato sulla qualità delle scuole e degli insegnanti.

Attraverso una ricca analisi comparata, si conferma valido l’orientamento di fondo del volume, che è quello di introdurre, in ambito scolastico, meccanismi di scelta o forme di mercato che consentano di raggiungere risultati migliori, di realizzare un livello più elevato di equità e un miglior rapporto tra costi e benefici. L’educazione è una responsabilità collettiva che mette in gioco le competenze di tutti ed è per questo che occorre accelerare per favorire la completa partecipazione delle scuole paritarie al sistema nazionale di istruzione. L’obiettivo è raggiungibile se il legislatore si dimostrerà illuminato nell’assecondare queste spinte virtuose verso un’applicazione più incisiva del principio di sussidiarietà anche in ambito scolastico e verso l’introduzione di forme di detrazione fiscale che consentano di rendere meno onerosa la scelta delle famiglie verso le scuole paritarie.