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DECRETO SEMPLIFICAZIONI

Proroga Imu, il Governo dimentica proprio i beni ecclesiastici

Il Decreto Semplificazioni  ha ridisegnato il calendario fiscale per tutti ma non per gli immobili degli enti ecclesiastici non soggetti ad esenzioni specifiche. Con buona pace di chi continua a sostenere che la Chiesa gode di una corsia preferenziale sulla tassazione immobiliare.

Ecclesia 30_06_2022

C'era una volta il mito della Chiesa privilegiata nel pagamento delle tasse in Italia. Un mito già più volte smontato, tra gli altri, dal compianto professore Giuseppe Dalla Torre che ai tempi dell'Ici cercava di spiegare all'opinione pubblica come la Chiesa, in realtà, pagasse già il poco amato balzello tranne nel caso di enti con finalità assistenziali e di culto.

Non solo la leggenda della cappelletta negli alberghi delle suore per scampare il pagamento del tributo è ancora dura a morire, ma siamo al paradosso che nella realtà la situazione è completamente diversa. Nel cosiddetto Decreto Semplificazioni, infatti, grazie al quale la scadenza per la presentazione della Dichiarazione Imu viene slittata al 31 dicembre 2022, ci si è dimenticati degli enti ecclesiastici. Se n'è accorto Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia e membro della Commissione Finanze della Camera.

Proprio nella VI Commissione di Montecitorio è attualmente in corso l'esame del Dl atteso in Assemblea per la discussione generale il 25 luglio, prima del passaggio poi al Senato. La dimenticanza nel testo fa sì che dalla proroga al 31 dicembre 2022 della Dichiarazione IMU relativa all'anno d'imposta 2021 siano dunque escluse le dichiarazioni degli enti ecclesiastici. Per loro, quindi, la scadenza resta fissata ad oggi, 30 giugno 2022.

Alcuni parlamentari, come lo stesso Giacomoni e la collega di Forza Italia Maria Spena, avevano annunciato la loro disponibilità a sottoscrivere un provvedimento correttivo per cambiare il testo. Ma le circostanze temporali hanno fatto sì che non ci fosse più la possibilità per intervenire e mettere una pezza: la scorsa settimana, infatti, l'ufficio di presidenza delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera ha fissato il termine per la presentazione degli emendamenti alle 12 di martedì 5 luglio. Questo significa che la deadline per gli emendamenti è successiva il termine per la presentazione della Dichiarazione Imu ancora in vigore nel caso degli enti ecclesiastici e che cade proprio oggi.

Come ha fatto notare Giacomoni nella sua nota di due giorni fa, sarebbe servito "correggere questa lacuna normativa con un intervento ad hoc ed equiparare, com'è giusto, gli immobili ecclesiastici agli altri soggetti destinatari della proroga". Nel momento in cui scriviamo, però, l'intervento ad hoc su impulso del Governo non è arrivato.

Se questa circostanza venisse confermata, ne verrebbe fuori un Decreto Semplificazioni che ha ridisegnato il calendario fiscale per tutti ma non per gli immobili degli enti ecclesiastici non soggetti ad esenzioni specifiche. Con buona pace di chi continua a sostenere che la Chiesa gode di una corsia preferenziale sulla tassazione immobiliare. D'altra parte, tanto per smentire intramontabili leggende metropolitane, come ricordava Dalla Torre, le missioni caritative in giro per il mondo sopravvivono grazie anche alle proprietà dell'Apsa che è probabilmente il primo contribuente nella Capitale d'Italia.