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Preghiera, cosa chiedere e come - Il testo del video

È lo stesso Gesù che ci ordina di chiedere, vedi il Padre Nostro. Anche i beni temporali, se sono mezzi per raggiungere il fine che è Dio. La diversità di attenzione richiesta nella preghiera e cosa vuol dire che sia incessante.

Catechismo 19_06_2022

In questa lezione proseguiamo la riflessione sulla PREGHIERA.

Stiamo vedendo da vicino la VIRTÙ DI RELIGIONE. Dopo aver passato in rassegna le tre virtù teologali, la fede, la speranza e la carità, presentandole come quelle virtù che corrispondono in modo adeguato a Dio che si rivela e che si comunica come nostro Sommo Bene, abbiamo poi iniziato la virtù di religione, ovvero quella virtù che ci porta a ONORARE DIO PRESTANDOGLI CULTO.

La scorsa lezione abbiamo iniziato ad approfondire gli ATTI INTERNI alla virtù di religione: la devozione e la preghiera.

La quaestio 83 che riguarda, appunto, la preghiera è veramente molto ampia ed articolata: sono ben 17 articoli; si tratta di un piccolo trattato di impronta teologica sull'argomento.

Ripartiamo dunque dall'articolo 3 della quaestio 83, nel quale si spiega che la preghiera è un atto interno alla virtù di religione, in quanto rende onore a Dio. Ovviamente si può capire questo concetto quando pensiamo alla preghiera di lode e di ringraziamento; ma possiamo dire la medesima cosa per la PREGHIERA DI PETIZIONE?

"Ora, con la preghiera l'uomo rende onore a Dio: poiché si sottomette a lui e confessa col pregare di aver bisogno di lui, quale causa dei suoi beni".

Perciò, quando preghiamo anche per chiedere qualcosa a Dio, Gli diamo onore perché, così facendo, l'uomo riconosce Dio come l'origine di ogni bene, il dispensatore di ogni dono, come un Dio buono e onnipotente.

San Tommaso dedica tre quaestiones per rispondere a tre domande relative alla preghiera di petizione: 1- se si possa chiedere qualcosa di determinato a Dio (articolo 5); 2- se si possano chiedere dei beni materiali (articolo 6); 3- conclude con una breve analisi al Padre Nostro (articolo 9).

1. San Tommaso risponde affermativamente: nella preghiera si deve chiedere a Dio qualcosa di determinato: è lo stesso Gesù che ci ordina di chiedere perché ci sarà dato e soprattutto ci insegna il Padre Nostro che contiene ben 7 petizioni; è dunque il Verbo stesso di Dio che ci insegna a chiedere e ci comanda di farlo. Queste petizioni contenute nel Padre nostro - dice san Tommaso - "sono dei beni che l'uomo non può usare malamente, beni che non possono avere un risultato cattivo". Per questa ragione, questi beni vanno chiesti IN MANIERA INCONDIZIONATA, perché nessuna condizione può rendere questi beni nocivi per colui che li domanda. Infatti o sono il fine o sono intrinsecamente collegati al fine che è Dio. Quindi non è possibile che tali beni possano non essere un bene per noi. Diverso è per i beni materiali, che invece vanno domandati in modo condizionato, come vedremo

Il grande riferimento è il PADRE NOSTRO, ma san Tommaso riporta anche dei testi dei Salmi: "Mostraci il Tuo Volto e saremo salvi", oppure, "Guidami per la via dei tuoi comandamenti"... Questi beni indicati nella preghiera del Signore e in molte espressioni dei Salmi, si possono chiedere incondizionatamente, perché queste richieste non possono mai costituire un male per l'uomo.

Ebbene, noi - spiega san Tommaso - non chiediamo queste cose a Dio nella preghiera per convincerlo di qualcosa; invece, "Dio ci invita alle cose buone, non perché ci avviciniamo ad esse con i passi del corpo, ma con pii desideri e con devote preghiere".

Dio educa il desiderio dell'uomo: l'educazione della preghiera è un'educazione del desiderio e l'educazione del desiderio è un'educazione della preghiera. L'uomo viene portato a cogliere quali siano i veri beni da desiderare, subordinando o tralasciando quelli che non sono beni in se stessi e quindi che non sono incondizionati, potendo così diventare non buoni per noi.

San Tommaso cita San Paolo quando dice che noi nemmeno sappiamo cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito Santo viene in aiuto alla nostra debolezza non solo attraverso un’ispirazione interiore, ma anche mediante ciò che Lui ha ispirato nelle Scritture; l'esempio più grande è appunto la preghiera del Padre Nostro.

2. Nell'articolo successivo san Tommaso parla dei BENI TEMPORALI. Mentre i primi abbiamo detto che vanno domandati incondizionatamente, questi beni li possiamo desiderare non come fine ma come mezzo per raggiungere il fine. Quindi li possiamo chiedere in modo condizionato, ovvero a condizione che ci servano per raggiungere il fine e che non siano invece di ostacolo. Nello specifico, san Tommaso cita una lettera di sant'Agostino, nella quale egli spiega che i mezzi per sostenere la nostra vita devono essere chiesti, purché siano subordinati al nostro vero fine.

La preoccupazione per i beni temporali non è in se stessa un male, ma lo è quando è disordinata, quando si occupa di beni superflui o ci allontana dal bene ultimo.

3. Sul Padre Nostro (articolo 9) san Tommaso spiega: "Nella Preghiera del Signore non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell'ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma tutti i nostri affetti".

Il PADRE NOSTRO è una preghiera perfettissima. Perché:

1- ci volge al nostro fine: la gloria di Dio e la nostra partecipazione a questa gloria (il Suo Regno).
2- ci predispone al raggiungimento del fine, dandocene i mezzi necessari: la volontà di Dio e il nostro pane quotidiano, sia quello sovrasostanziale (l’Eucaristia), che quello materiale.
3- rimuove gli ostacoli al raggiungimento del fine: il peccato, che ci rende debitori, non essere vinti dalla tentazione e infine essere liberati dal male.

Gli articoli 5, 6 e 9 si focalizzano maggiormente sul CONTENUTO DELLA PREGHIERA, mentre i tre articoli seguenti che tratteremo si dedicano a tre CARATTERISTICHE DELLA PREGHIERA:

1 - Se la preghiera deve essere vocale (art. 12).
2 - Se debba essere attenta (art. 13).
3 - Se debba essere continua (art. 14).

1. Tommaso distingue tra la liturgia e la preghiera individuale: nel primo caso le orazioni devono essere PROFERITE VOCALMENTE, in quanto la preghiera liturgica è la preghiera presentata a Dio, a nome del popolo dai ministri della Chiesa.

Nella preghiera personale, San Tommaso dice che non è necessario pregale vocalmente; tuttavia c'è un’importanza della preghiera vocale che si condensa in tre ragioni:

- gli elementi esterni (parole, gesti...) eccitano la devozione interiore;
- l'uomo è chiamato a servire Dio con tutto se stesso, quindi anche con il corpo;
- la parola può essere una ridondanza dell'anima.

2. Passiamo all'articolo 13. La preghiera deve essere ATTENTA?

Non si sta parlando in questo caso della distrazione volontaria – che dev’essere evitata-, ma di quella che subentra a causa della nostra debolezza. Perché la preghiera sia MERITORIA non serve che la preghiera sia sempre attenta:

" Non si richiede necessariamente che l'attenzione accompagni la preghiera in tutta la sua durata, ma la virtualità della prima intenzione con la quale uno l'ha cominciata rende meritoria tutta la preghiera: come avviene in tutte le altre azioni meritorie".

Quanto detto per l'aspetto meritorio, vale per il valore di impetrazione.

Per la REFEZIONE SPIRITUALE invece, ovvero perché l'anima si nutra della preghiera, occorre che nella preghiera vi sia più attenzione possibile.

In ogni caso per san Tommaso la cosa più importante è l'attenzione al FINE DELLA PREGHIERA, cioè l’orientamento a Dio, l’adesione a Lui. Per i Padri questo punto era così fondamentale che veniva curato con attenzione anche l'orientamento fisico della preghiera, sia liturgica che personale, a Est.

3. Cosa significa che la preghiera dev’essere CONTINUA (art. 14)? Ovviamente san Tommaso cita il comando del Signore di pregare incessantemente, senza stancarsi. Ma in concreto come si fa? Tommaso sottolinea che la causa della preghiera è il desiderio mosso dalla carità; ed in questo senso la preghiera deve essere continua, perché il desiderio deve essere continuo.

Quanto alla preghiera in senso stretto (il Rosario, l'Ufficio Divino, etc.) non può ovviamente essere incessante, ma deve essere frequente. Perché? Per eccitare continuamente il fervore dell'intero desiderio.