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Il caso

Preghiera alla Farnesina, per il Fatto è un attacco alla «laicità»

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Al Ministero degli Esteri si tiene una veglia di preghiera per la pace presieduta da mons. Malizia. E il Fatto Quotidiano prende in giro Dio e i cattolici, invocando la «laicità» e l’«imparzialità» religiosa. Peccato che il giornale di Travaglio ignori un po’ di fatti...

Attualità 25_11_2025

Nei ministeri possono sfilare gay, trans, femministe, ambientaliste adolescenti et similia, ma guai se ci mette piede un sacerdote. Sempre i ministeri possono promuovere gay pride, convegni e mostre per salvare il pianeta e le donne dagli uomini, ma guai a sillabare anche una sola preghiera. Costernazione e fastidio si leggono nell’articolo del Fatto Quotidiano, il quale è venuto a sapere che venerdì 21 novembre si è tenuta presso il Ministero degli Affari Esteri una veglia di preghiera per la pace presieduta da monsignor Marco Malizia, consigliere ecclesiastico alla Farnesina.

Il giornalista Francesco Ferasin prende in giro Dio e noi cattolici, sport molto diffuso da duemila anni perché privo di rischi: «Si sa, le strade del Signore sono infinite, e passano anche per Piazzale della Farnesina, civico 1. […] Visti gli sforzi terreni poco redditizi [del Ministero per realizzare la pace] meglio affidarsi all’Altissimo». Poi ricorda che la nomina di mons. Malizia a consigliere ecclesiastico «aveva fatto storcere il naso lo scorso anno, essendo al momento l’unico consigliere ecclesiastico in un ministero. Una figura, quella di cappellano, che non si vedeva da qualche decennio nelle stanze dei dicasteri». Ne avevamo parlato anche noi a suo tempo. Il motivo di siffatta stortura di nasi? «La laicità dello Stato e la presunta imparzialità di trattamento delle religioni a cui i ministeri sono tenuti».

Lo Stato italiano è laico? Sì, ma ha una predilezione per la religione cattolica e dunque è errato dal punto di vista giuridico e quindi politico affermare che ci deve essere imparzialità di trattamento tra tutte le religioni. Ma chi ci dice che le cose stiano davvero così? Innanzitutto il Concordato. Solo con la religione cattolica lo Stato italiano ha stretto un Concordato. Con altre religioni ci sono pure intese. Altra prova che per lo Stato italiano la religione cattolica riveste un ruolo più importante di altre è la possibilità di esporre il crocefisso negli edifici pubblici (cfr. Regio Decreto 965/1924, art. 118; Regio Decreto 1297/1928, art. 119; Consiglio di Stato sentenze nn. 556/2006 e 244/2021; Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – Caso Lautsi c. Italia, 2011). Gli altri simboli religiosi non possono vantare simile privilegio.

E la parola “privilegio” fa bollire il sangue ai prog-liberal-woke che vorrebbero livellare tutto e tutti e tagliare le teste a chi è più alto per equiparare ogni altezza. La religione cattolica è giustamente privilegiata perché, nonostante l’ultra-post-cristianità in cui affondiamo, il suo portato culturale di fondo rimane il paradigma ultimo seppur implicito della sensibilità contemporanea di noi italici. È il sottofondo sonoro così flebile ma anche così usuale che non lo udiamo più, tanto è diventato consueto. Pensiamo al concetto di “persona”, termine usato dai teologi per tentare di spiegare la Santissima Trinità e che poi è servito sul piano antropologico per spiegare che ogni essere umano, al di là di essere uomo o donna, bianco o nero, ricco o povero, malato o sano, credente o non credente, scrivente per il Fatto Quotidiano o no, conserva sempre una preziosità intrinseca incommensurabile e non cancellabile. Concetto, questo, che è proprio dell’intero Occidente e di ciascuno di noi.

Ma la presenza del cattolicesimo, che è ancora la religione con maggiori aderenti in Italia, sopravvive nonostante tutto in alcuni aspetti del nostro vivere sociale. Il giornalista che ha attaccato mons. Malizia si chiama Francesco, nome cristianissimo. Quando vogliamo ringraziare qualcuno diciamo “grazie”, ossia che “Dio ti riempia di grazie” e poi rispondiamo “prego”, ossia “pregherò per te”. Le università sono state inventate dalla Chiesa, le lezioni frontali anche, i classici possiamo leggerli grazie all’opera di trascrizione dei monaci amanuensi. L’Occidente ha conosciuto uno sviluppo tecnologico non presente in altre culture grazie ad Aristotele e ad un versetto della Bibbia che così recita: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra» (Gn 1, 28). Quel «soggiogatela e dominatela» – espressione così invisa agli ambientalisti che vorrebbero equiparare gli uomini ai paguri – comporta che per soddisfare questo mandato l’umanità si è dovuta dotare di una tecnica capace di dominare le forze naturali.

Gli esempi si potrebbero moltiplicare all’infinito per provare che la nostra società iper laica e atea ha un debito enorme verso il cattolicesimo. Il Concordato e i crocefissi negli edifici pubblici testimoniano questo debito. Ecco perché un ministero si può dotare di un consigliere ecclesiastico ed ecco perché è insensato e offensivo criticare e deridere la recita del Rosario che è avvenuta alla Farnesina, perché criticando e deridendo tale iniziativa si prende in giro quella cultura che innerva e informa la nostra quotidianità. Quella stessa quotidianità presente come aggettivo nel nome del giornale diretto da Marco Travaglio.



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