Polonia, presidente e vescovi fermano la nuova educazione sessuale
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Il governo Tusk ha cercato di far approvare una nuova materia scolastica di "educazione alla salute" che in realtà era educazione sessuale. Forte protesta dei vescovi polacchi. E il presidente (conservatore) pone il veto sulla nuova legge che poteva aprire le porte ai pedofili nell'insegnamento.

In Polonia il governo và all’assalto dei bambini, l’Europa non batte ciglio ma Tusk viene fermato dai Vescovi cattolici e dal Presidente della repubblica. introduce in tutte le scuole, dai prossimi giorni, l’educazione sessuale e alla ideologia del gender, i Vescovi chiedono a tutti i cattolici di boicottare l’indottrinamento di Stato, mentre il neo Presidente Karol Nawrocki pone il veto contro una riforma legislativa della coalizione di governo che avrebbe diluito le garanzie e tutele per i bambini, aprendo le porte anche ai pedofili. Tuttò ciò detto, come si poteva immaginare, dall’Europa silenzio e menefreghismo compiaciuto per ciò che stanno facendo Tusk e la sua compagine politica di sinistra-centro. Anzi, ieri, 31 agosto, il primo ministro polacco Donald Tusk e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno visitato il confine tra Polonia e Bielorussia, sottolineando la solidarietà europea con i paesi europei di confine, accresciuta con la presa di potere del governo sinistro-centrista di Tusk, ma anche l'importanza della sicurezza delle frontiere nel contesto delle tensioni con la Russia.
Non una parola da parte di von der Leyen per scusarsi, dopo le critiche feroci contro i governi conservatori che per primi (Ungheria di Orban e Polonia dei conservatori del PiS) avevano costruito barriere e rinforzato le guardie di confine negli scorsi anni. Ora Tusk brilla come una stella, forse l’ultima a brillare tra i capi di Stato e governo per Ursula von der Leyen. Le congratulazioni reciproche non cancellano i fatti e tra questi, il grave e doppio attentato al pudore infantile e all'educazione equilibrata dei bimbi e ragazzi polacchi che, come in ogni regime totalitario, si vorrebbe svezzare nell’illusione di controllarne impulsi, desideri e simpatie politico elettorali future. Lo stop viene da due istituzioni ancora coraggiosamente presenti e attive; la Chiesa e il Capo dello Stato. La Conferenza Episcopale dei Vescovi polacchi lo scorso 22 agosto ha lanciato un appello ai genitori affinché non permettano ai propri figli di partecipare a una nuova materia scolastica, l'«educazione alla salute» che verrà introdotta da oggi 1 settembre, data di inizio dell'anno scolastico. La giusta preoccupazione dei vescovi nasce dal mascheramento di tale insegnamento che in realtà include elementi di educazione sessuale ‘anti-famiglia’ e nozioni di dottrina del gender che «corromperanno moralmente i bambini». Il nuovo insegnamento sostituisce i corsi di «educazione alla vita familiare», una scelta che dice tutto. Il nuovo insegnamento, inizialmente concepito dal governo come obbligatorio, a seguito delle critiche dei gruppi conservatori e dei partiti di opposizione, è stato reso facoltativo ma i genitori hanno tempo solo fino al 25 settembre per segnalare che i propri figli non seguiranno quelle lezioni.
Ebbene, proprio in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico e del periodo in cui il diritto-dovere dei genitori è azionabile, con un documento del vescovi del 27 agosto, promosso con ogni mezzo e risuonato in tutte le parrocchie si è ricordato ai genitori di non «acconsentire alla corruzione morale sistematica dei vostri figli, che deve essere attuata con il pretesto della cosiddetta educazione sanitaria”», spiegando che il suo «vero scopo è quello di cambiare completamente la percezione della famiglia e dell’amore», perchè incoraggia l'attività sessuale al di fuori del matrimonio, indebolisce la maternità e promuove il rifiuto del sesso biologico in favore dell'ideologia di genere. Insieme ai vescovi anche il think tank conservatore di giuristi e sociologi “Ordo Iuris” che ha accusato il ministro dell'Istruzione Barbara Nowacka (dell’estrema sinistra Inicjatywa Polska) di «introdurre illegalmente volgari forme di educazione sessuale sotto le mentite spoglie della sanità», esponendo così i bambini a discussioni su aborto, contraccezione, orientamento psicosessuale, identità di genere e diritti LGBT, «senza alcun riferimento a valori morali o spirituali cattolici e cristiani». Il governo ha respinto le critiche, la tenuta della coalizione viene prima della verità. La stessa Barbara Nowacka ha difeso, fin dal mese scorso, non senza una involontaria ironia, l'educazione sanitaria perchè «molto necessaria, soprattutto per i giovani» per fornire loro le conoscenze essenziali per la vita.
A queste conoscenze essenziali devono aver pensato nel governo fermato dal neo presidente Karol Nawrocki, riuscito nei giorni scorsi a bloccare un emendamento parlamentare che avrebbe messo in pericolo i bambini, soprattutto a causa di molestatori sessuali. La modifica alla legge polacca proposta dai partiti di governo, con le buone intenzioni di contrastare le minacce di reati sessuali e proteggere i minori, avrebbe in realtà abolito l'obbligo, per i genitori o tutori che assistono gli istituti scolastici, di dimostrare di non avere precedenti penali. La stessa Monika Horna-Cieślak, difensore civico nazionale per l'infanzia nominata da Tusk e dalla coalizione di sinistra-centro, aveva affermato che la riforma avrebbe creato il «rischio reale» che «individui condannati per reati sessuali, omicidio o tratta di esseri umani» avessero «contatti con bambini... ad esempio, durante le lezioni negli asili o nelle scuole in cui saranno ospiti». Annunciando la decisione del presidente della Repubblica, il capo della sua cancelleria, Zbigniew Bogucki, ha affermato che ci sono «molte ragioni» per porre il veto al disegno di legge, che contiene «gravi carenze» che avrebbero ridotto «la tutela dei diritti dei bambini».