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Ordine di Malta: un capitolo generale per ricucire le tensioni

Da due giorni il Sovrano Militare Ordine di Malta è radunato ad Ariccia, all'indomani del "terremoto" dello scorso settembre con l'azzeramento dei precedenti vertici e una sorta di MaltaLeaks diretta a indebolire la riforma dei delegati papali. Il Papa punta a rimettere la dimensione religiosa al centro dell'Ordine.

Ecclesia 27_01_2023

Nella Casa Divin Maestro di Ariccia, la stessa scelta per ospitare abitualmente gli esercizi spirituali della Curia romana che quest'anno per volere di Francesco non si terranno, è iniziato due giorni fa l'atteso capitolo generale straordinario del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Il clima ai Castelli Romani è molto diverso rispetto a quello che ha regnato in questi ultimi anni nel vertice dello Smom. A pesare è il terremoto voluto dal Papa lo scorso settembre con l'azzeramento delle precedenti alte cariche e la loro sostituzione con uomini del nuovo corso, fedele al lavoro finora svolto dal Delegato Speciale, il cardinale Silvano Maria Tomasi e dal suo canonista di fiducia, il cardinale Gianfranco Ghirlanda. 

Una decisione resa inevitabile dalle fortissime resistenze che la riforma della Carta Costituzione e del Codice del Sovrano Ordine di Malta elaborata dal team di Tomasi aveva riscontrato nella vecchia dirigenza dello Smom legata soprattutto all'ex gran cancelliere, Albrecht von Boeselager. All'interno del più antico ordine religioso-militare si era scatenata una sorta di MaltaLeaks con fughe di notizie continue e dirette probabilmente ad indebolire l'azione riformatrice di Tomasi-Ghirlanda.

Il malcontento, d'altra parte, non era rimasto nascosto ed era anche emerso in lettere pubbliche di protesta ed organismi paralleli creati che avevano contribuito a rendere il quadro piuttosto confuso. Il Papa ha cercato fino all'ultimo una ricucitura tenendo aperto il dialogo tra chi chiedeva un ripristino della centralità della natura religiosa dell'Ordine e chi invece agitava lo spettro della perdita della sovranità. Alla fine, di fronte alla cosiddetta ala tedesca sempre più sulle barricate contro le nuove regole, Francesco ha scelto di confermare la fiducia al suo Delegato Speciale ed ha azzerato la governance, promulgando la nuova carta costituzionale e il codice dell’Ordine di Malta.

Ai partecipanti al capitolo generale, Francesco ha inviato in questi giorni un messaggio nel quale ha parlato di queste vicissitudini riconoscendo che «l’Ordine ha avuto bisogno che lo accompagnassi in un cammino che è stato a tratti impervio, ma che era necessario per giungere con amore rinnovato a servire i "signori poveri e i signori malati"». Le parole scelte dal Papa fanno capire la sua adesione allo spirito dei nuovi testi che puntano a rimettere al centro della vita dell'Ordine la dimensione religiosa.

Particolarmente significativo il monito da lui rivolto sulla sovranità, ovvero sul tema che gli oppositori della riforma hanno costantemente brandito per giustificare la loro indisponibilità ad accettarla. Secondo Francesco, infatti, «la sovranità deve essere funzionale al servizio delle opere di misericordia» ed «occorre essere vigilanti perché essa non venga distorta dalla mentalità mondana» così come anche le missioni diplomatiche sono chiamate ad essere uno «strumento per l’esercizio della carità e della solidarietà». Non formale il ringraziamento al Delegato Speciale, il cardinale Silvano Maria Tomasi e ai «suoi collaboratori più diretti» tra i quali non si può non menzionare il confratello cardinale, Gianfranco Ghirlanda.

Il Papa ha riconosciuto loro un «lavoro svolto con pazienza e serietà, e condotto per tanto tempo fino a giungere a un risultato rispondente alle necessità dell’Ordine stesso». Le necessità che evidentemente Francesco aveva in mente nel momento in cui avviò il cammino di rinnovamento spirituale e morale dell'Ordine dopo la crisi istituzionale 2016-2017 e che probabilmente non coincidevano con quelle immaginate dalla vecchia governance azzerata a settembre scorso.