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Intolleranza religiosa

Nel Punjab pakistano gli islamici abbattono una chiesa

Decine di musulmani hanno sfondato la recinzione della chiesa di Waqya Chak, un villaggio abitato da 70 famiglie cristiane, e hanno demolito il piccolo edificio provvisorio a martellate

 

In Pakistan la chiesetta di Waqya Chak, un villaggio del Punjab di circa 4.000 abitanti in cui risiedono anche 70 famiglie cattoliche, è stata completamente distrutta. L’edificio, per mancanza di mezzi molto modesto e provvisorio, si trovava all’interno di un terreno recintato che un membro della comunità cristiana aveva messo a disposizione. Da tempo l’esistenza del muro di cinta era oggetto di polemiche da parte della popolazione musulmana. Il 4 novembre, dopo che degli agenti di polizia si erano recati sul posto per domandare ai cristiani se avessero mai avuto problemi a pregare nella chiesa, circa 60 persone hanno raggiunto il luogo portando un trattore e dei martelli. Sotto gli occhi degli agenti che non sono intervenuti, hanno sfondato il portone di ingresso con il trattore e hanno demolito a martellate la chiesa. Ufficialmente l’atto è stato compiuto perché per la costruzione del muro di cinta e della chiesa non era stata chiesta autorizzazione. All’agenzia AsiaNews il catechista della chiesa, Naseer Masih, ha spiegato che gli abitanti del villaggio sono invidiosi dei cristiani: “i musulmani non vogliono la chiesa nel villaggio perché provano cattivi sentimenti verso i cristiani”. Il giorno successivo le autorità del villaggio hanno radunato musulmani e cristiani per spiegare che questi ultimi non potranno costruire una chiesa vera e propria finché non otterranno l’autorizzazione del coordinatore distrettuale. Naseer Masih replica: “Abbiamo preparato tutti i documenti e faremo appello al distretto, in modo da poter finalmente costruire la chiesa e che questa sia registrata dal governo. Da parte loro, i musulmani fanno ciò che possono contro di noi, e la polizia cospira insieme a loro. Speriamo che il vescovo e i sacerdoti ci sostengano nella presentazione dei documenti”.