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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

LA DIFFERENZA

Le leggi ingiuste non sono norme imperfette. Ecco perché

La cronaca politica di questi ultimi anni - dalla legge Cirinnà al Ddl Zan - è ricchissima di ragionamenti sulla teoria del male minore, che si accompagna a un’errata nuova teologia morale che oggi purtroppo va per la maggiore. Finendo per oscurare la verità sull’esistenza di azioni intrinsecamente cattive.

Dottrina sociale 15_07_2020

Tommaso Scandroglio, nel suo ultimo libro dal titolo “Legge ingiusta e male minore” (Phronesis editore), dedica un capitoletto a chiarire che “Le leggi ingiuste non sono norme imperfette”. Ritengo che questo tema sia fondamentale non solo in campo giuridico ma anche in campo morale. L’interesse di Scandroglio è di confutare la teoria del male minore, vale a dire l’ammissibilità morale e politica di dare il proprio appoggio ad una legge ingiusta per evitarne una ancora più ingiusta. La cronaca parlamentare di questi ultimi anni è ricchissima, purtroppo, di ragionamenti di questo tipo.

Per esempio, durante la discussione in aula della legge Cirinnà, molti parlamentari cattolici pensarono di appoggiare l’istituto della stepchild adoption [l’adozione da parte della coppia omosessuale del figlio già avuto da uno dei componenti] per evitare il male maggiore dell’adozione alle coppie gay.
Questa teoria del male minore spesso viene fondata sull’idea che una legge ingiusta non esiste, dato che ogni legge contiene in sé aspetti negativi ma anche positivi, esistono piuttosto leggi imperfette, rispetto a un ideale - mai pienamente raggiungibile - di giustizia. Esistono quindi anche leggi sempre perfettibili, mai da scartare completamente, bensì da sviluppare per migliorarle. Una legge sulle unioni civili tra persone omosessuali, oppure una legge sull’aborto, non sarebbe da rifiutare assolutamente - dato che qualche elemento positivo ce l’ha, come per esempio di consolidare la cura reciproca tra i due partner o di rispettare la volontà della donna - ma semmai da migliorare. Anche nei confronti del disegno di legge Zan di prossima discussione in Parlamento molti cattolici hanno espresso un parere di questo tipo.

Scandroglio confuta da par suo questa tesi e per questo rimando al suo libro. A me interessa far notare qui che la stessa cosa dice oggi la teologia morale cattolica maggiormente accreditata e, in fondo, anche l’esortazione Amoris Laetitia. Secondo questa nuova impostazione non esistono azioni umane da condannare assolutamente, dato che sul piano soggettivo ed esistenziale dei protagonisti si danno sempre delle attenuanti, molte delle quali sconosciute a noi e a loro stessi. La situazione esistenziale è sempre complessa e quindi mai totalmente negativa. Per esempio, il cardinale Walter Kasper, a proposito della situazione di una nuova convivenza dopo il divorzio (adulterio), ha detto che non sarà tutto ma non si può per questo pensare che sia nulla. La stessa cosa si può dire, da questo punto di vista, anche per la convivenza omosessuale o per altre situazioni. Affrontando le cose da questo punto di vista, come si dice che non esistono leggi ingiuste ma solo leggi imperfette, così si dice che non esistono azioni morali ingiuste ma solo imperfette. La convivenza fuori del matrimonio, la convivenza omosessuale, la convivenza adultera dopo il divorzio… sarebbero un matrimonio imperfetto; sugli aspetti della loro positività bisogna puntare per farle passare da bene minore quale sono a bene maggiore.

Questa corrispondenza tra la nuova teologia morale e la dottrina del male minore, che si fonda sulla cancellazione della dottrina delle azioni intrinsecamente cattive (intrinsece mala) e che rappresenta una vera e propria rivoluzione in campo morale, spiega come mai è ormai difficilissimo trovare un parlamentare cattolico deciso a non votare una legge anche se essa esprime un male minore rispetto ad un possibile male maggiore. Quando si accusa di incoerenza i parlamentari cattolici, bisogna anche ricordare che si tratta di un’incoerenza non solo legata a deprecabili loro interessi politici personali, ma anche culturalmente motivata e teologicamente argomentata. Purtroppo.

Stefano Fontana