Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
LETTERA AL DIRETTORE

La Cgil contro i medici obiettori? Allora rinunci allo sciopero

In un'epoca in cui nessuno fa più il suo mestiere, perché tutti vogliono fare politica, anche la Cgil fa manifestazioni pro-aborto e contro l'obiezione di coscienza. Ma come? Proprio un sindacato dovrebbe sapere quale sia l'importanza dello sciopero, la rinuncia al lavoro per un bene più grande. 

Politica 04_10_2017
CGIL in difesa della 194

Caro direttore,

noto che, oramai, pochi fanno il proprio mestiere. I giudici molto di frequente fanno politica; alcuni vescovi, con ancora maggiore frequenza, fanno politica; i cantanti fanno propaganda; molti giornalisti leccano i piedi al potere; Renzi pensa ancora di essere presidente del consiglio; gli atei fanno i cattolici; gioco facile per molti cattolici fare gli atei e cosi via. Da tempo ci si mettono anche i sindacati, che, avendo sempre meno iscritti, si dedicano, sempre più spesso, a battersi per materie che sono fuori dal loro campo di competenza, diventando degli incomprensibili “tuttologi”.

Un esempio recente ci è stato fornito dalla Cgil, che ha partecipato attivamente ad una manifestazione durante la quale si è inneggiato al diritto delle donne all’aborto e, in particolare, è stata duramente attaccata l’obiezione di coscienza messa in atto da molti medici. Questa posizione è molto grave, anche perché l’obiezione di coscienza costituisce l’ultimo baluardo contro l’attacco alle libertà portato da un pensiero che sta diventando sempre più totalitario. Infatti, oggi non puoi più esprimere pareri sulle tematiche care alla lobby Lgbt senza essere tacciato, con intenti diffamatori, di essere un “omofobo”. Non puoi più esprimere pareri precisi anche di fronte alle violenze perpetrate da islamici senza essere accusato di essere “islamofobo”. Non puoi criticare il re, anche se quest’ultimo è sempre più nudo. A fronte di questo tsunami culturale (ed anche politico), in molti casi l’unica arma di difesa rimane quella di appellarsi alla obiezione di coscienza, cui, in passato hanno fatto ricorso abbondantemente anche le sinistre, a partire da quella relativa al sevizio militare. Ma ora i tempi sono cambiati e la c.d. sinistra è la maggiore protagonista attiva di tutte le leggi liberticide, con il sigillo, ora, della rossa Cgil.

E’ comunque strano che un sindacato si metta a lottare contro l’obiezione di coscienza, perché non si accorge che, così facendo, attacca uno degli strumenti più forti che ha a disposizione. Infatti, che cos’è lo sciopero se una forma di obiezione di coscienza? Con lo sciopero, il lavoratore sospende il proprio obbligo di lavorare in forza di un bene più grande e più giusto. Di una giustizia maggiore. Esattamente come nel caso dell’aborto, dove tanti medici si astengono dall’interrompere una vita per una considerazione più alta e più nobile circa la vita stessa. Portando fino in fondo la lotta contro l’obiezione di coscienza, la Cgil dovrebbe, alla fine di questo percorso, rinunciare anche allo strumento dello sciopero. Ciò dovrebbe mettere in evidenza l’assurdità di alcune delle battaglie che il sindacato rosso sta portando avanti.

Caro direttore, anche l’episodio su cui mi sono soffermato dimostra che le “pazzie” di questo periodo sono in aumento. Che la Madonna del Rosario ci assista.