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La Bussola Mensile: ripartiamo dalla Rerum novarum

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Il Primo Piano di settembre è dedicato alla Dottrina sociale della Chiesa: essa costituisce la vera risposta ai mali sociali di ogni tempo, perché non si fonda su ideologie passeggere ma sulla legge naturale e sull'antica (ed eterna) sapienza cristiana.

Attualità 04_09_2025

Con l'elezione di Leone XIV e soprattutto grazie al nome da lui scelto la Dottrina sociale della Chiesa esce dall'oblio in cui viene periodicamente relegata, quando non equivocata confondendo “sociale” con “socialista”. È l'occasione per una riscoperta quanto mai necessaria perché, come al tempo di Leone XIII, al secolo Gioacchino Pecci, ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione (allora quella industriale, oggi quella digitale), e perché questo patrimonio di «verità incarnate» riguarda tutti noi, per il fatto stesso di vivere in società, anzi «è la condizione di vita di ciascuno»: così il direttore Riccardo Cascioli nell'editoriale spiega la scelta di dedicare il primo piano de La Bussola Mensile di settembre alla Dottrina sociale, ripartendo dalla Rerum novarum.

Esplicitamente dedicata alla questione operaia, l'enciclica di papa Pecci non si limita a una visione meramente socio-economica, anzi, per Leone XIII «il vero e radicale rimedio non può che venire dal Vangelo», ricorda mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo emerito di Trieste, evidenziando che nella Rerum novarum «è profusa tutta la sapienza della visione cristiana sulla comunità degli uomini, sia nei suoi aspetti di ragione naturale sia in quelli spirituali relativi alla religione cristiana». E le «cose nuove» (appunto: rerum novarum) spesso decantate da chi dell'enciclica ha letto solo le prime due parole, in realtà «riguardano i grandi sconvolgimenti prodotti dalla modernità ideologica» che, una volta escluso Dio dalle istituzioni e dalla vita pubblica, hanno travolto e stravolto «la società, il lavoro, l'economia, la tenuta della famiglia».

Ai mali nuovi, rimedi vecchi, anzi eterni e perennemente validi: non le illusorie soluzioni offerte dalle ideologie, foriere di ulteriori mali, bensì l'antica sapienza cristiana basata sul diritto naturale e divino. La Rerum novarum è, in realtà, «un tassello di un progetto più ambizioso e complessivo di ricostruzione della società cristiana», articolato in altre sette encicliche “sociali” (dalla Libertas alla Sapientiae christianae), passate in rassegna da Stefano Fontana. «Secondo Leone XIII la società cristiana non era da inventare, essa, come dirà anche Pio X, c'è già ed è solo da difendere e conservare».

A fondamento di una società sana c'è una filosofia sana: per questo a fondamento del suo progetto di «ricostruzione» Leone XIII pone la Aeterni Patris dedicata alla filosofia di san Tommaso d'Aquino. «A torto si è ritenuto che (…) il Papa volesse arroccare la Chiesa dietro le mura del tomismo», scrive Luisella Scrosati: tale proposta era piuttosto «la mano tesa della Chiesa ad un mondo che non riconosceva più il reale», finendo per contorcerlo «a misura dell'ideologia». Con conseguenze piuttosto concrete, dalle ingiustizie ai turbamenti sociali allo sfaldamento della famiglia.

Da un Leone all'altro, la sfida affrontata da Pecci viene ora raccolta da Prevost, il cui pontificato vede la luce in corrispondenza di «un cambiamento epocale di pari livello» – esaminato nell'articolo di Diego B. Panetta – e pari disorientamento innescato dalle «problematiche connesse all'utilizzo massivo dell'intelligenza artificiale». Oggi come allora «la Dottrina sociale della Chiesa è in grado di fornirci dei criteri d'azione» e la sfida dell'intelligenza artificiale può rivelarsi occasione provvidenziale «per restituire dignità all'intelligenza umana, frutto supremo del Logos divino».

A seguire i consueti approfondimenti su temi di morale, storia, vita cristiana, devozione e spiritualità. In questo numero: quando un'azione è intrinsecamente malvagia e quindi da evitare sempre e comunque? E poi: il caso Galileo, la vera storia è più complessa della (falsa) propaganda anticattolica; la preghiera a san Michele arcangelo, mai abolita, anzi sempre più urgente per resistere agli assalti del nemico; una nuova chiesa in riva al Giordano, sul luogo del battesimo di Cristo; il Sacro Chiodo di Colle di Val d'Elsa, una singolare reliquia che rafforza la memoria della Redenzione; il “dovere di stato”, ovvero vivere la propria vocazione e non quella degli altri. La Bussola Mensile di settembre si conclude con il “segreto” di Pier Giorgio Frassati, che sarà canonizzato il 7 settembre: la sua esistenza testimonia che la santità si realizza corrispondendo agli impulsi della grazia.

 

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