Il marxismo che si perpetua, anche oggi
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Dal materialismo storico di Marx ai “rivoluzionari di professione” di Lenin che si attivano per attizzare i contrasti latenti in ogni ambito, ieri come oggi: criteri per capire.

Un breve ripasso di teoria marxista sarà utile per capire tante cose. Dobbiamo un attimo prenderla alla larga. Marx apparteneva alla cosiddetta sinistra hegeliana, la cui filosofia, per sommi capi, può riassumersi così: esiste una sola realtà, la Materia, che non è statica ma in movimento. Il movimento, fotografato in un certo istante, è una situazione chiamata Tesi. La quale, però, fa presto a generare la sua Antitesi. Dalle due nasce il contrasto, e ne esce una nuova situazione, la Sintesi, che però tende sempre a cristallizzarsi e a diventare a sua volta Tesi. E genera la sua Antitesi. E così via.
A questa teoria Marx applica il suo cosiddetto materialismo storico. Che si muove suppergiù così, ad esempio: dal mondo classico pagano (Tesi) si genera per reazione il cristianesimo (Antitesi), movimento di popolo e schiavi che lo soppianta diventando esso stesso Tesi, ed è il feudalesimo. La cui Antitesi è la borghesia, che ne prende il posto. La sua Antitesi è ora il proletariato. Bene, adesso tocca a lui. Ma quando finisce questo processo? Dice Marx che finirà quando il proletariato prenderà il potere e chiuderà il ciclo per il semplice fatto che sotto al proletariato non c’è niente da opprimere. E come fa il proletariato a prendere il potere definitivo? Dando tutti i mezzi di produzione allo Stato, che lo rappresenta. E chi rappresenta lo Stato? I rappresentanti dei rappresentati, il Politburo di sovietica memoria.
Ora, sapendo come funziona il movimento della Materia, a Marx si aggiunge Lenin, che dice quanto segue: i “rivoluzionari di professione” si aggregheranno in un partito il cui compito sarà quello di “far prendere coscienza” alle masse dell’ineluttabilità del processo dialettico (Hegel chiamava “dialettica” il moto perpetuo Tesi-Antitesi-Sintesi). Inciso: sono i marxisti i primi a utilizzare il termine “masse” per indicare il popolo. “Massa” è parola tratta dalla fisica e indica un aggregato inerte di unità tutte uguali, privo di vita propria e perciò necessitato ad essere mosso dall’esterno. Ora, sapendo questo, il movimento suddetto può anche venire opportunamente accelerato. Come? “Dialettizzando i contrasti”. Ovunque ci sia un contrasto latente il “rivoluzionario di professione” deve attizzarlo perché si produca celermente la fase successiva. I contrasti (potenziali)? Ce ne sono quanti si vuole: neri/bianchi (vedi per esempio il Sudafrica), donne/uomini (vedi il femminismo), omosessuali/etero (vedi gaypride, Lgbt), delinquenti/polizia, wokismo, eccetera.
Ovunque ci sia un contrasto in potenza e suscettibile di rapporto dialettico, ecco che il rivoluzionario professionista si attiva per attizzare l’incendio. Guardiamo all’attuale revanscismo omosex: per millenni gli etero e la sparutissima minoranza omo hanno, mediamente, convissuto, i primi chiedendo alla seconda solo un minimo di discrezione. Oggi la minoranza suddetta, opportunamente dialettizzata, si produce in provocazioni sempre più tracotanti, che prima o poi provocheranno una reazione, com’era nei voti dei marxisti agit-prop. Non a caso il defunto Mario Mieli, massimo teorico della gayezza e al quale è dedicato il più importante circolo gay italiano, si proclamava marxista. Stalin, cui un giornalista faceva presente di star contraddicendosi rispetto a quanto aveva affermato il giorno prima, rispose che tutta la realtà è contraddizione. Naturalmente si riferiva al processo dialettico, ma l’intervistatore non era in grado di capirlo.
Ora, il cattolico credente avrà notato quanto il procedere del rivoluzionario di professione sia simile al “seminare zizzania” di cui parlano i Vangeli. Gesù, nella parabola, spiegò: «Il Nemico ha fatto questo» (cfr. Mt 13,24-30). E, altrove, rivolgendosi ai suoi oppositori, disse loro chiaro: «Voi avete per padre il diavolo» (Gv 8,44). Il quale, com’è noto, non mantiene quel che promette: se c’è stato un impero dell’oppressione, questo era l’Urss, marxismo pienamente realizzato.