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FRANCIA

Hollande, come predicare bene e razzolare male

Due pesi e due misure nel modo di giudicare e agire del presidente François Hollande. Socialista e moralista è stato colto in flagrante in un affare amoroso con un'attrice. Doppiopesismo anche dei media che reagiscono con sciovinismo.

Famiglia 15_01_2014
François Hollande

C'erano oltre seicento giornalisti alla conferenza stampa che il Presidente della Repubblica Francese, François Hollande, ha convocato ieri. La speranza dei giornalisti era di conoscere la versione ufficiale dell'inquilino dell'Eliseo sulla burrascosa vicenda sentimentale che l'ha visto protagonista. E invece lui ha opportunamente glissato,assicurando che entro l'11 febbraio, data della sua visita di Stato ufficiale negli Stati Uniti, racconterà ai francesi tutta la verità sulla sua scappatella e sul suo futuro sentimentale. È addirittura in forse la prosecuzione della sua relazione con Valerie Trierweiler. Ci si chiede anche se Valerie, come era previsto, accompagnerà Hollande in visita negli Stati Uniti. La stampa e i francesi aspettavano dunque al varco il presidente, che aveva fissato già da tempo in calendario la conferenza stampa di ieri sul programma del nuovo anno e in particolare sulla disoccupazione, davanti a 600 giornalisti francesi e stranieri.

Sulla vicenda si era espressa, a denti stretti, anche Ségolène Royal, ex compagna di Hollande e madre dei suoi quattro figli, nonché ex candidata socialista all'Eliseo nel 2007. «Bisogna voltare pagina e rimettersi al lavoro - aveva detto laconica Royal, che però si è anche lasciata sfuggire una frecciatina - Nessuno nega che è stato perso un po' di tempo». Fatto sta che François Hollande, il socialista maldestramente bellicoso che, inseguendo la grandeur, si rivela un presidente disordinato, sbertucciato dalla stampa per le cravatte sempre storte e un physique du rôle più da burocrate che da statista, ha tradito la compagna, la giornalista Valerie Trierweiler, con Julie Gayet, una bella attrice francese.

Proprio lui, Hollande, testimone di un perbenismo moraleggiante e peloso. E il Presidente non solo ha lasciato tracce delle sue scappatelle notturne, ma è scivolato anche su una grossolana buccia di banana.

In Italia le reazioni delle forze politiche contrarie all'ipotetico Hollande italiano sarebbero state unanimi: dimissioni, impeachment. E invece lo sciovinismo francese ha prodotto reazioni scandalistiche solo sul fronte dei media più spinti, sboccati e voyeuristici, senza alcun implicazione di tipo morale. Non può non tornare alla memoria degli italiani meno acritici e ideologizzati il filmato in cui Sarkozy e la Merkel si davano di gomito e ridevano, mentre un cronista gli parlava di Silvio Berlusconi, allora nostro presidente del consiglio. Oggi i francesi forse rimpiangono perfino Sarkozy, anche se non si indignano a sufficienza per le malefatte e le leggerezze di un presidente come Hollande che sta trasformando la Francia nella patria del relativismo etico.

È vero, la privacy dei Vip è attenuata e va bilanciata con il diritto dei cittadini di conoscere vizi e virtù dei potenti. Ma non è solo il «privato» a incombere sul presidente, come lui stesso ha cercato finora di far credere. Il presidente dovrà rispondere delle incaute fughe in scooter verso l'abitazione in rue du Cirque, nell'appartamento dove avvenivano gli incontri amorosi con Julie. Il paparazzo che lo ha immortalato ha detto: «Avrei potuto attentare alla sua vita senza problemi». Dovrà rispondere anche della sprovvedutezza con cui ha scelto per i suoi incontri un appartamento il cui affittuario (non il proprietario, che si è scoperto essere un inconsapevole commerciante di 71 anni) pare sia il losco Michel Ferracci, personaggio legato alla mafia corsa.

Il "re è nudo" ora che è caduto ogni alibi sul carattere privato della vicenda. Le Monde, nello stile di Repubblica sul caso Berlusconi, lancia al presidente sei domande. Noi invece, interpretando il diffuso e crescente malessere dei francesi,vorremmo chiedergli lumi sulla disoccupazione, che ha raggiunto livelli record o sul suo annunciato «patto di responsabilità» con le imprese, sulle sue promesse di dimagrimento della macchina statale e di riforma fiscale.

Le violazioni della privacy che subiscono ciclicamente alcune personalità politiche del nostro Paese sono assai più gravi rispetto a quelle vissute da Hollande (è stato fotografato in strada, in un luogo pubblico), eppure lui si è “avvalso della facoltà di non rispondere” di fronte ai giornalisti che lo incalzavano su una vicenda davvero di cattivo gusto. Se un ex premier italiano si fosse trincerato dietro il silenzio in una situazione di questo tipo si sarebbe gridato allo scandalo sul piano internazionale. La Francia, evidentemente, ha più Santi in Paradiso e nessuno osa attaccare Hollande.

Ma questo metodo dei “due pesi e due misure”, usato dall'opinione pubblica internazionale nei confronti dei governanti italiani e dei governanti francesi (la Francia è una Repubblica semipresidenziale e quindi il ruolo di Hollande è assai più rilevante di quello di Napolitano), dovrebbe suscitare indignazione in tutti gli italiani, berlusconiani e non. Hollande predica bene e razzola molto male. I giustizialisti dicono che dovrebbe dimettersi. Noi non arriviamo a tanto, ma nel frattempo ci piacerebbe che ammettesse le sue debolezze e si scusasse. Ruolo pubblico e credibilità privata devono armonizzarsi, non solo in Italia.