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L’INIZIATIVA

Giornata per la Vita, in un libro gli scritti di Carlo Casini

Si intitola “Per ritrovare speranza” e raccoglie tutti gli scritti che Carlo Casini (†2020) - a lungo presidente dell’Mpv - ha composto dal 1981 al 2019 in occasione della Giornata per la Vita. Riflessioni che a distanza di anni non hanno perso d’attualità, sottolineando la sacralità di ogni vita umana, l’ipocrisia del pacifismo a tinte abortiste e il principio che la libertà non può essere slegata dall’amore.

Vita e bioetica 06_02_2021

Quest’anno la Giornata per la Vita, fissata per domenica 7 febbraio, avrà un sapore particolare, dato che ricorre a quasi un anno dalla morte di Carlo Casini, politico e magistrato che, per decenni, è stato la guida del Movimento per la Vita italiano e che se n’è andato lo scorso 23 marzo. Per onorare sia la Giornata per la Vita, sia la memoria del suo storico leader, il Movimento per la Vita ha deciso di dare alle stampe Per ritrovare speranza, un volume molto ricco non solo per il suo notevole spessore - sfiora le 660 pagine - ma pure, anzi, soprattutto per il suo contenuto.

In questo libro (procurabile scrivendo a ordini@mpv.org) sono infatti raccolti tutti gli scritti che Carlo Casini ha composto in occasione della Giornata per la Vita in quasi 40 anni, dal 1981 al 2019. Si tratta di riflessioni bioetiche che, a distanza di anni, in qualche caso di decenni, non hanno perso attualità, anzi. Basti pensare che, se la Giornata per la Vita 2021 ha come titolo «Libertà e vita», già nel febbraio 1991 - 30 anni fa esatti - Casini prendeva di petto il tema della libertà, mettendo in luce come essa non debba essere assolutizzata ma letta e vissuta in vista di un bene più grande.

«Il valore ultimo», osservava infatti il pro life fiorentino, «non è la libertà, ma l’amore. La libertà è solo il valore penultimo perché la sua funzione (il suo senso) è di servire l’amore». «Perciò», aggiungeva, «l’uomo che ama è sommamente libero mentre colui che sceglie di realizzare i suoi programmi anche a costo di calpestare l’altro fino ad ucciderlo falsifica la libertà e si riduce in schiavitù [...] l’altro non è il limite della mia libertà, ma il senso della mia libertà». Che dire, parole attualissime e che fanno a pezzi l’autodeterminazione assolutizzata tanto cara, anche oggi, alla cultura dominante.

In Per ritrovare speranza non mancano poi passaggi che mettono a nudo certe ipocrisie, per esempio quelle del pacifismo abortista. «Quando anni fa in Italia», scriveva Casini sempre nel 1991, «cominciarono a svilupparsi i primi comitati per la pace, il Movimento per la Vita fu invitato a partecipare. Rispondemmo affermativamente, ma ad una condizione: che ci fosse consentito di parlare anche dell’aborto. Nessuno, al di fuori del “mondo cattolico”, ci ha più invitato». Un concetto chiave che echeggia poi in molti scritti raccolti nel libro - e che viene ricordato in premessa anche da Marina Bandini Casini, figlia di Carlo e attuale presidente del Movimento per la Vita - è quello per cui carità e speranza non possono prescindere, tanto meno in bioetica, da un faccia a faccia con la verità.

«Per ritrovare speranza», annotava infatti lo storico leader pro life italiano, «bisogna avere il coraggio di dire la verità: la vita di ogni uomo è sacra». Un ragionamento che non fa una grinza ma che, purtroppo, oggi pare diventato scomodo perfino in certi ambienti cattolici, dove va benissimo affermare anzi urlare la sacralità della vita quando di mezzo vi sono la pena di morte o l’arrivo di barconi di migranti, mentre davanti al concepito e alla madre in gravidanza difficile o indesiderata, ecco, in quel caso no, meglio abbassare i toni, evitare divisioni, insomma farsi un po’ i fatti propri. Da questo punto di vista, Per ritrovare speranza è davvero un volume prezioso.

Sì, perché non solo ci consente di ripercorrere il pensiero di Carlo Casini e dei temi a lui cari - l’identificazione del concepito come “uno di noi”, l’accoglienza incondizionata della donna e l’urgenza della difesa della vita quale priorità generazionale -, ma contribuisce ad assicurare una formazione autenticamente pro life in un contesto culturale dove prendere certe posizioni, ormai, è sempre più scomodo. Non è un caso che in questo volume ci sia una parola di grande importanza che ricorre tante volte, per la precisione oltre cento: coraggio.

«Occorre essere coraggiosi», sottolineava Casini nel 1984, «e tuttavia il coraggio va usato in tutte le direzioni: anche nuotando contro corrente, se necessario, smascherando le ipocrisie». Sono trascorsi oltre 36 anni da quelle parole e la necessità di andare controcorrente, così come le ipocrisie, non è scemata, ma drammaticamente aumentata. Resta da chiedersi, visti i tempi, come fare allora adesso a trovare il coraggio necessario. Ma già leggere questo libro, in fondo, è un buon punto di partenza.