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Giani confermato in Toscana, il campo largo riprende fiato

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Esito atteso, meno scontato il distacco tra il governatore toscano uscente (e rientrante) e il candidato del centrodestra. Monito per Schlein: l'allargamento a un elettorato variegato è stato premiato dalle urne. Che restano però semivuote, un dato da non sottovalutare.

Politica 14_10_2025
SARA MINELLI - IMAGOECONOMICA

Una salutare boccata d’ossigeno per il centrosinistra. Le elezioni regionali in Toscana hanno riservato un risultato che, seppur atteso, ha sorpreso molti per la portata e le implicazioni politiche che ne derivano. Eugenio Giani, candidato governatore del centrosinistra, ha infatti conseguito una vittoria netta (14 punti percentuali in più dell’avversario), oltre le previsioni più ottimistiche, confermando una Toscana che, anche nel 2025, resta una roccaforte per la sinistra.

Questa affermazione non è solo un successo personale per Giani ma un segnale chiaro dell’efficacia di una strategia diversa da quella ideologica ed estremista di Elly Schlein e che ha saputo intercettare un elettorato variegato, lavorando su una coalizione ampia e articolata, un vero “campo largo” che, però, deve ora confrontarsi con nuove sfide, soprattutto di fronte a un dato molto preoccupante: il drastico calo dell’affluenza, scesa al 47%, uno dei livelli più bassi di sempre in Toscana.

La campagna elettorale di Giani, basata su una comunicazione diretta, concreta e vicina ai territori, ha toccato temi fondamentali quali il rilancio economico post-pandemia, la sostenibilità ambientale e la coesione sociale. Rispetto a molte previsioni iniziali che indicavano un margine più risicato, la sua vittoria è stata più ampia, grazie a una coalizione inclusiva, capace di aggregare moderati, progressisti e realtà civiche.

Il dato di Giani va però interpretato anche alla luce di alcune criticità: la riduzione del consenso nei confronti della sinistra “tradizionale”, che ha costretto il centrosinistra a un profondo lavoro di allargamento e dialogo con forze più moderate, e la necessità di rinnovare la propria proposta politica per mantenere saldo il consenso. La sua vittoria, quindi, è un risultato importante ma anche un monito a non abbassare la guardia. E, soprattutto, rappresenta un avvertimento anche per Elly Schlein, che avrebbe voluto puntare su un altro candidato.

Nel panorama toscano, spicca anche il successo personale di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, figura che rappresenta la capacità di un centrodestra moderato di affermarsi in territori storicamente più orientati al centrosinistra. Tomasi, infatti, è riuscito a costruire un’identità amministrativa forte e riconosciuta, basata su una gestione pragmatica, attenta ai bisogni locali e in grado di dialogare con le diverse componenti sociali.

Il risultato di Tomasi a Pistoia è indicativo di una possibile tendenza, ossia quella di un centrodestra più articolato e meno ideologizzato, capace di intercettare il consenso anche in contesti tradizionalmente “rossi”. Questo successo locale, seppur limitato a livello regionale, suggerisce la necessità per il centrodestra di puntare su profili moderati, pragmatici e radicati nel territorio per allargare il proprio bacino elettorale.

La vittoria di Giani ha confermato l’efficacia del cosiddetto “campo largo” – un’alleanza che comprende partiti tradizionali, movimenti civici, e forze moderate. Questo modello ha dimostrato di poter competere con successo, ma i risultati elettorali sollevano anche interrogativi sulle sue prospettive future. L’ampiezza della coalizione rischia infatti di rendere difficile la definizione di un programma coerente e la gestione delle diverse anime che la compongono.
Il campo largo si presenta come una sfida continua di bilanciamento e mediazione.

Un dato di particolare rilievo è quello ottenuto da Casa Riformista, il movimento di Matteo Renzi, che con circa il 9% dei consensi si conferma una forza significativa all’interno del panorama politico toscano. Questo risultato indica chiaramente che per vincere le prossime elezioni nazionali sarà fondamentale per il centrosinistra puntare su un elettorato moderato, centrista e riformista.

La presenza di Casa Riformista ha contribuito a consolidare un’area politica che cerca di distanziarsi dagli estremismi e di proporre un progetto basato sulla modernizzazione, sul dialogo e sulla costruzione di un’alternativa pragmatica. Renzi e la sua formazione rappresentano dunque una risorsa preziosa per il centrosinistra, capace di attrarre un elettorato più ampio e meno ideologizzato.
Questo scenario conferma che il futuro della politica italiana potrebbe dipendere sempre di più dalla capacità di aggregare moderati e riformisti, lasciando spazio a una leadership capace di coniugare pragmatismo e visione.

Se da un lato la vittoria di Giani rappresenta un successo, dall’altro il dato sull’affluenza al 47% è un segnale preoccupante che non può essere sottovalutato. La partecipazione alle urne in Toscana ha toccato uno dei livelli più bassi degli ultimi anni, confermando una crescente disaffezione verso la politica e un senso di distanza tra cittadini e istituzioni.
Il calo dell’affluenza riflette non solo una crisi di fiducia ma anche una sfida culturale e sociale che riguarda l’intero sistema democratico. È fondamentale, quindi, che le forze politiche e le istituzioni lavorino per rilanciare il valore della partecipazione e per riavvicinare i cittadini alla politica attraverso trasparenza e risposte concrete ai bisogni della popolazione.

La sfida per il futuro sarà dunque quella di rafforzare le alleanze tra le diverse anime politiche, valorizzare il contributo dei moderati e rilanciare il senso di partecipazione democratica. Solo così sarà possibile affrontare con successo le elezioni nazionali e rispondere alle esigenze di un elettorato sempre più variegato e complesso.



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