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La vita di Gesù nell’arte/ 10

Gesù adolescente nell’opera di un artista convertito

Era nato anglicano, convertendosi al cattolicesimo a 30 anni. Di lì in poi l’arte di John Rogers Herbert divenne più profonda, frutto del suo desiderio di trasmettere la fede attraverso il suo lavoro. La sua opera influenzò il movimento dei preraffaelliti.
- LA RICETTA: FISH PIE

Cultura 14_02_2022 English Español

C’è un importante artista inglese, John Rogers Herbert, la cui opera ha ispirato i preraffaeliti di cui abbiamo parlato la settimana scorsa. Nasce il 23 gennaio 1810 a Maldon, nell’Essex, e muore a Kilburn il 17 marzo 1890. La contea dell’Essex, situata nell’Inghilterra meridionale, a nord-est di Londra, ha un importante primato: nei suoi confini si trova la più antica città della Gran Bretagna, Colchester, che si chiamava Camulodunum al tempo della conquista romana.

Herbert cattura la nostra attenzione per il suo dipinto dedicato a Gesù adolescente intitolato Our Savior subject to His Parents in Nazareth del 1847: è uno dei pochi quadri esistenti a raffigurare il Cristo nei suoi anni di adolescenza e giovinezza. Ma Herbert è importante per noi anche per un’altra cosa: benché nato anglicano, si converte al cattolicesimo all’età di 30 anni. La conversione dell’artista accade grazie al suo amico d’infanzia, Augustus Welby Northmore Pugin (1812-1852), cattolico, geniale architetto, co-autore della ricostruzione del Palazzo di Westminster, che era stato distrutto da uno spaventoso incendio nel 1834.

È importante sottolineare la conversione di Herbert, perché grazie a questa scelta la sua arte diventa più profonda e più intima: prima di quel grande passo, l’artista dipingeva esclusivamente per vivere e guadagnare (ritratti e opere su commissione). Abbracciando il cattolicesimo, John Rogers Herbert sente il bisogno di dare una dimensione più spirituale ai suoi dipinti. Da quel momento l’artista si sente come investito da una sola missione: trasmettere la fede attraverso il suo lavoro. Afferma spesso che “lavora per la gloria di Dio” e che “si sente come una domestica al servizio del Signore”. È molto fiero della sua religione, alla quale dedica tempo ed energie e ne parla con devozione e amore. Molte sue opere sono ispirate ai Vangeli e ai personaggi della Bibbia e numerose sono le rappresentazioni della Terra Santa nei suoi dipinti.

Nel frattempo, comincia anche la sua ascesa nel mondo accademico: eletto dapprima membro della Royal Academy nel 1841, diventa poi un Royal Academician a pieno titolo nel 1846. Il suo lavoro influenza la neonata Confraternita dei Preraffaelliti (vedi qui), che gli chiede di sponsorizzare la loro pubblicazione The Germ.

I dipinti di Herbert The First Introduction of Christianity into Great Britain (1842) e Our Saviour Subject to his Parents in Nazareth (1847) furono l'ispirazione per i due primi lavori più importanti di William Holman Hunt e John Everett Millais, fondatori del Preraffaellismo. I due artisti sono autori dei dipinti A Converted British Family Sheltering a Christian Missionary (Hunt) e Christ in the House of His Parents (Millais), che furono esposti alla Royal Academy nel 1850 con grande polemica. Ma Herbert usò la sua posizione all’interno dell’Academy per aiutare i due artisti.

Ma soffermiamoci sul quadro sopracitato, Our Saviour Subject to his Parents in Nazareth, che raffigura appunto Gesù adolescente nella casa dei suoi genitori a Nazareth. L’atmosfera del quadro è molto serena, i colori suggeriscono quelli della Terra Santa (sfumature di terracotta, giallo paglierino e un cielo terso all’orizzonte). Gesù, a piedi nudi, è indaffarato a trasportare un cesto di vimini, mentre Maria sfila la lana con una ruota di legno e un fuso. Una disposizione casuale di legno a forma di croce sul fuoco spento cattura l’attenzione del giovane Gesù; Maria lo guarda con preoccupazione mentre Giuseppe lavora inconsapevolmente.

Esistono altre due versioni di questa composizione, in cui lo sfondo era basato su “un disegno molto accurato fatto a Nazaret”. L’opera è custodita alla Guildhall Art Gallery (vedi qui) che riunisce le opere d’arte della City of London. La stessa Galleria possiede anche altre opere di Herbert, che già nel XIX secolo sono state riprodotte più volte (con l’allora appena inventato procedimento della litografia), facendole così diventare opere popolari largamente diffuse.

Benché le opere raffigurino spesso la Terra Santa, l’artista non è mai riuscito a visitarla, motivo di grande rimpianto per lui. Lavorava di immaginazione, ispirandosi ai libri e alle conversazioni con coloro che erano stati là. Per lui, tutto serviva per evangelizzare, non solo la sua arte, ma anche la sua persona. Dotato di una carnagione scura e di occhi neri e penetranti, si lasciò crescere una lunga barba bianca che gli dava un aspetto ieratico che non passava inosservato. Molti osservatori affermavano che aveva le sembianze di un santo. Era severo nei giudizi e non scendeva mai a compromessi, era un bravo affabulatore che ispirava coloro che lo sentivano parlare, eccellente duellante verbale quando si trattava di difendere il cattolicesimo: cosa che faceva con convinzione, tutte le volte che si presentava l’occasione.

Herbert può ispirare anche noi, con la sua fede incrollabile, sviluppata in un secolo difficile. È il secolo del cardinale Newman e della sua conversione (che ha preoccupato perfino la regina Vittoria): un secolo in cui era difficile essere cattolico in Inghilterra. Eppure, c’erano uomini coraggiosi, come Herbert, che usavano tutti i mezzi a loro disposizione per diffondere il Verbo.

Cosa che dovremmo fare anche noi.