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visita apostolica

Fréjus-Toulon: la diocesi "troppo vitale" attende il verdetto

Terminata la visita apostolica la palla passa al Papa. A Roma non piace l'asse "tradismatico", che secondo mons. Rey è il futuro della Chiesa.

Borgo Pio 14_06_2023

Era in controtendenza rispetto al generale calo di ordinazioni la diocesi di Frejus-Toulon guidata da mons. Dominique Rey. Era, perché dall'anno scorso la Santa Sede ha imposto una moratoria: ordinazioni sospese.

Troppo laissez-faire secondo alcuni o forse una prospettiva chiaramente diversa da quella romana, che può aver influito sull'invio, a novembre 2020, di una "visita fraterna" condotta da mons. Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia e una successiva visita apostolica nel 2022 condotta da mons. Antoine Hérouard, arcivescovo di Dijon.

La visita apostolica ha prodotto oltre 20 kg di documenti, relativi a 600 testimonianze. Mons. Hérouard ha concluso il suo compito e ora il futuro della diocesi "troppo vitale" è in mano al Papa. Tra le possibili ipotesi: provvedimenti specifici in merito alle ordinazioni oppure la parziale o totale sostituzione  di mons. Rey (71 anni), con la nomina di un ausiliare o di un coadiutore o direttamente di un successore. 

Insomma, a Frejius-Toulon c'erano troppe vocazioni, troppe comunità, troppa benevolenza di mons. Rey verso realtà sia carismatiche sia tradizionali, un asse «tradismatico» che secondo il prelato rappresenterebbe il futuro della Chiesa. E forse non ha tutti i torti, visto il trend in caduta libera di chi invece, svuotando carismi e tradizione, finisce per svuotare anche chiese e seminari.