Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Marco a cura di Ermes Dovico
UE E MEDIO ORIENTE

Eurabia: terroristi palestinesi, ma con soldi olandesi

Il governo olandese ha riconosciuto di aver stipendiato i due terroristi palestinesi che uccisero la diciassettenne israeliana Rina Shnerb l’estate scorsa. I due, implicati nell'attentato a Dolev, erano impiegati dell'Uawc, Ong finanziata dall'Olanda. È solo un esempio dell'ambiguità dei finanziamenti europei ai palestinesi

Esteri 05_08_2020
La casa di Yassan Mughmais distrutta per rappresaglia dagli israeliani

La scorsa settimana il governo olandese ha riconosciuto pubblicamente di aver, di fatto, stipendiato i due terroristi dell’Ong palestinese che uccisero la diciassettenne israeliana Rina Shnerb l’estate scorsa. Era fine agosto 2019 e la ragazzina finiva vittima di un attentato dinamitardo nei pressi dell'insediamento di Dolev. L'esercito arrestò oltre una quindicina di terroristi palestinesi per quell'attentato.

A distanza di un anno emergono dettagli che denunciano uno scandalo umanitario: il terrorismo contro Israele viene pagato dall'Ue. È stato proprio il tribunale dell’Aia a denunciarlo, per bocca del ministro degli Esteri olandese, Stef Blok, e il ministro per il Commercio estero, Sigrid Kaag - la donna del governo Rutte III che quando Trump ha dimezzato il suo aiuto all'UNRWA, l’organizzazione per i rifugiati palestinesi appoggiata dalle Nazioni Unite, ha rapidamente trasferito 13 milioni di euro all'ente, a mo' di risarcimento. Per la prima volta un governo europeo ammette che i fondi, che nascerebbero per cause benefiche, sono finiti ad alimentare il terrorismo islamico contro gli ebrei. 

Rina venne uccisa da una bomba, suo fratello Dvir, 19enne e il loro rabbino rimasero gravemente feriti. Hamas ne elogiò il risultato, la Jihad islamica lo ha definito una "risposta naturale", per l'Autorità palestinese fu il lavoro di una "cellula altamente organizzata" che costituisce una minaccia per i palestinesi e gli israeliani. Un attentato con i fiocchi che per la prima volta viene collegato, in un parlamento occidentale, alla natura terroristica islamica nascosta dietro la faccia ripulita di tante Ong a cui i governi europei, il nostro compreso, inviano fior fiori di quattrini. 

Samer Arbid, uno dei due terroristi ufficialmente implicati dell’attentato, era responsabile contabile dell’Unione dei comitati del lavoro Agricolo palestinese, l’Uawc. Ma era soprattutto il comandante della cellula terroristica del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (gruppo considerato terroristico dall’Ue): mandante dell’aggressione in cui Rina ha perso la vita. Abdul Razeq Farrajera, invece, era il direttore delle finanze dell’Uawc ed è stato incriminato per aver fatto da spalla nell’attentato omicida. I due non solo erano membri del Fronte popolare, ma figuravano anche come dipendenti dell’Uawc - Ong che nascerebbe per migliorare le prestazioni professionali degli agricoltori palestinesi - e che sostiene le iniziative della Bds - a cui l’Olanda ha donato dal 2013 venti milioni di dollari. 

I loro stipendi sono stati pagati in parte da fondi olandesi nati per coprire le spese generali dell’Uawc, sebbene non fossero coinvolti minimamente nel programma di gestione di aiuti sponsorizzato dai Paesi Bassi. Ed entrambi godevano persino dell’accredito attraverso cui potersi identificare come “dipendenti di un’organizzazione partner della rappresentanza olandese” a Ramallah. Uno scandalo per il ministro Kaag. Adesso l’Olanda ha cercato di correre ai ripari sospendendo le donazioni a tempo indeterminato. Donazioni che anche Spagna e Italia, secondo Ngo Monitor, provvedono ad elargire.

Oggi il governo olandese è in fibrillazione e i ministri sono stati costretti ad intervenire dopo che tutta la vicenda è nata da un’interrogazione parlamentare di tre partiti di destra. L’esecutivo olandese ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza dei legami dell’Uawc con gruppi terroristici, nonostante il Center for Information and Documentation on Israel e l’Uk Lawyers for Israel avessero contattato il governo e i legislatori dell’Aia a maggio 2019 - mesi prima dell’attentato che ha ucciso la diciassettenne israeliana - per denunciare i collegamenti come riporta Ngo Monitor. 

Era stato redatto, sempre un anno fa, un rapporto di ben ottanta pagine, Terroristi in giacca e cravatta, del ministero israeliano per gli Affari strategici che denunciava proprio il legame tra Hamas, l’Ong che promuove il boicottaggio di Israele e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Tanti i nomi segnalati nel rapporto vi sono membri delle due organizzazioni terroristiche, in posizioni di livello, e con pene detentive per crimini legati al terrorismo sulle spalle. 

Prima del mea culpa olandese, The Jerusalem Post denunciava l'esistenza di una foto compromettente. Ritratti i funzionari olandesi in posa con uno dei terroristi colpevole dell'omocidio di Rina Schnerb. Pubblicata sulla pagina Facebook di Ramallah, ci sono in posa i funzionari olandesi e il leader dell’Uawc a cui il rappresentante olandese ha promesso i 20 milioni di dollari tra il 2013 e il 2021. E c'è anche Abdul Razeq Farraj, il direttore delle finanze dell’organizzazione incriminato nell’autunno del 2019 con quattro capi d'imputazione tra i quali il tentato omicidio della famiglia Shnerb, colpevole di essere israeliana. Tutto ricostruito da Ngo Monitor. 

Per quanto riguarda l’Italia emergono finanziamenti per oltre 768mila euro da parte dell’Associazione di Cooperazione e Solidarietà e dall’Organizzazione per lo Sviluppo Globale di comunità in Paesi Extraeuropei. Ma non è una novità. I palestinesi ricevono finanziamenti incondizionati da donatori occidentali da anni. Le organizzazioni palestinesi presentano una domanda di finanziamento e in cambio ricevono il bonifico di milioni di dollari o euro. L'atteggiamento è molto semplice e lineare: "voi occidentali ci dovete questi soldi perché avete contribuito alla fondazione di Israele dopo la Seconda guerra mondiale". Motivo per il quale le Ong palestinesi, proprio di recente, si sono mostrate furiose con l'Unione Europea perché i paesi membri per la prima volta hanno avuto l'audacia di pretendere la certezza che il denaro dei contribuenti non finisca nelle tasche dei terroristi. Una presa di coscienza nuova e che arriva prima dello scandalo olandese. Eppure pare del tutto verosimile che nulla cambierà troppo.

Durante una riunione del 19 maggio 2020 della commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo, il commissario Oliver Varhelyi, ha dichiarato di aver incaricato i capi delle delegazioni dell'Ue in Israele e Cisgiordania di indagare meglio circa le accuse che alcuni fondi Ue vadano a Ong collegate al terrorismo o che sostengono il terrorismo, dichiarando, poi, che, qualora ciò si riuscirà a verificare "non sarà tollerato", ma nel frattempo, insomma, poco male. In una lettera di "chiarimento" del 30 maggio 2020 alla rete di Ong palestinesi, il capo dell'ufficio di rappresentanza dell'Ue in Cisgiordania e sulla Striscia di Gaza, Sven Kuhn von Burgsdorff, ha spiegato che l'Ue "non chiede a nessuna organizzazione della società civile di cambiare la sua posizione politica nei confronti di qualsiasi fazione palestinese o discriminare qualsiasi persona fisica in base alla sua appartenenza politica". E poi aggiunge, "Sebbene le entità e i gruppi inclusi negli elenchi restrittivi dell'Ue non possano beneficiare di attività finanziate dall'UE, è inteso che una persona fisica affiliata, simpatizzante o a sostegno di uno qualsiasi dei gruppi o entità menzionati negli elenchi restrittivi dell'Ue non è esclusa dal beneficiare dei finanziamenti, a meno che il suo nome e cognome esatti corrispondano a una delle persone fisiche presenti negli elenchi restrittivi dell'Ue". Insomma, basta un prestanome per cambiare il destino dei fondi. 

Tra le organizzazioni terroristiche individuate dalla stessa Ue, ci sono Hamas, la Jihad islamica palestinese e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina: tutti gruppi che non riconoscono il diritto di Israele di esistere e sono da tempo impegnati in attività terroristiche contro gli israeliani. Il PFLP, i cui membri sono stati coinvolti in numerosi attacchi terroristici contro Israele negli ultimi decenni, ha affermato che la clausola "antiterrorismo" dell'Ue nasce "nel contesto di misure per liquidare la causa palestinese". E il PFLP è furioso proprio perché molte delle Ong palestinesi che operano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono affiliate ad esso. Sono piovute poi una pioggia di accuse contro le richieste europee giudicate come un tentativo di rendere i palestinesi "collusi" con Israele et similia.

Ed ovviamente l'Ue non capisce che le condizioni imposte sono inspiegabili per i palestinesi: missili, attentatori suicidi, accoltellamenti, sparatorie e altre forme di violenza non sono considerati terrorismo, ma atti eroici contro Israele ed ebrei. Gli Stati europei vestono i terroristi islamici palestinesi, ma non sembra un grosso problema per nessuno. È di queste ore la notizia del rifiuto di Hamas di ben 15 miliardi di dollari in aiuti, in gran parte dagli Stati Uniti, per progetti economici nella Striscia di Gaza. L'idea stessa degli aiuti li offende perché richiede loro di fermare gli attentati anti-israeliani, disarmare tutti i gruppi terroristici nella Striscia di Gaza e riconoscere il diritto all'esistenza di Israele. Per i palestinesi l'aiuto finanziario deve essere incondizionato.