Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
LA LETTERA

È folle pretendere la pace attraverso la guerra

I capi politici sanno parlare solo di armi, di odio, di invasioni, di attacchi, di conquista. E pretendono con questo di ristabilire la pace. Non è questa la strada, e non è questo quello che ci è chiesto come cristiani. L'imperativo di Gesù è "non uccidere": la passione, morte e resurrezione lo dimostra: questa è la via per vincere la morte.

Editoriali 19_04_2022

La guerra in Ucraina non ha ancora raggiunto la saturazione? Dov’è l’autorità dell’ONU, organismo nato allo scopo di rafforzare la pace a livello internazionale, la sicurezza e le buone relazioni tra i diversi Stati, che dovrebbe dire a Putin di stare al suo posto… ma anche alla NATO di stare pure lei al suo posto?

Dopo l’increscioso invito agli italiani a scegliere tra “condizionatori o pace”, desidero ricordare al dottor Draghi che sono molti gli italiani che il condizionatore nemmeno se lo possono permettere. Nemmeno noi alla Comunità Shalom abbiamo il condizionatore in estate, e nemmeno il riscaldamento l’inverno. Forse, nella sua mente, ha pensato solo a quelli come lui, del Suo stesso ceto sociale… Certamente non alla maggioranza della popolazione italiana, che di sacrifici ne sta già facendo anche di più grandi, e con questa guerra rischia di impoverirsi ulteriormente!

Si è certamente trattato di un’infelice affermazione: com’è possibile comparare un valore così alto come la pace con un accessorio (superfluo) quale un condizionatore? Ma di affermazioni strane ne stiamo sentendo molte in questo periodo, non solo da Draghi. Si pensi, ad esempio, all’affermazione dei giorni scorsi del presidente ucraino Zelensky: “Chi non ci dà armi è responsabile dei morti…”. Ma siamo alla follia della politica?

Una domanda ci assilla in questo momento: “Che significato ha il termine pace oggi? Quale valore viene attribuito a questo termine da coloro che sono chiamati oggi a stabilire quale sarà il futuro del mondo?".

L’attualità sa parlare solo di armi, di odio, di invasioni, di attacchi, di conquista… di volontà di recidere e falciare il nemico dalla faccia della terra a tutti i costi. La violenza è una tremenda spirale che travolge tutti: guai soffiare sul fuoco, guai sottovalutarne la potenza, guai pensare di difendere ideali e diritti con la guerra. Eppure, l’atteggiamento tenuto dai nostri politici può essere definito con le stesse parole di San Paolo ai Romani 1, 29-31: “Malvagità, cupidigia, ingiustizia, desiderio omicida, contesa… vanagloria”.

Ma che libertà è quella appoggiata sulle armi? C’è in questo modo di ragionare qualcosa di macabro, che richiama i rituali sacrificali degli Atzechi descritti da L. P. Berger nel libro “Le piramidi del sacrificio”, per i quali il sacrificio umano e il versamento di sangue era il doveroso tributo da offrire alla divinità per ottenere in cambio pace, vita e prosperità. Stiamo forse riabilitando la filosofia politica di Pol Pot, con la sua tragica visione dell’umano? Ricordo quanto pensava Pol Pot della vita di ogni essere umano del suo popolo: "A conservarlo nessun guadagno, a eliminarlo nessuna perdita”.

La percezione di molti, oggi, è che tutti questi “capi” e “capetti” nazionali e/o europei, non siano all’altezza del compito che li attende. La preoccupazione generale è la seguente: saranno in grado di tutelare la nostra libertà dalla spirale della violenza?

Guardando le terribili immagini della devastazione della guerra, assistiamo impotenti alla grande slavina del male, la quale attraversa tutta la storia umana, e la vita personale di ogni uomo, come una valanga il cui fronte si allarga a mano a mano che prende velocità e forza. Come dice la Bibbia “Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette” (Genesi 4, 23-24).
Allearci con la violenza, con le armi non è forse il più grande tradimento della vita?

Cari pseudo potenti della terra: la guerra, con tutti i suoi risvolti, non è forse un grande omicidio scientificamente organizzato a tavolino? Altro che “condizionatori d’aria o pace”. Questa infelice espressione, in questo momento, sembra un attacco alla salute mentale delle persone! Magari bastasse spegnere i condizionatori per avere la pace…!

Eppure, ciò che differenzia il Cristiano da chi mai ha incontrato Gesù è proprio la percezione particolare della vita: per il credente, la vita di per sé non esclude la morte, il “non morire”, bensì l’imperativo di Gesù: non uccidere. La ricerca scientifica e il progresso tecnologico pensati al servizio della vita, per tutelare e allungare la vita delle persone... sono invece spesso usati per portare più velocemente la morte.

Che brutta sensazione quando si percepisce che la vita degli uomini semplici appartiene a chi occupa posizioni di potere (politico, giudiziario… economico…), compresa la decisione su chi debba vivere o morire. Oggi, purtroppo, sono molti coloro che fanno il tifo per la morte: vedi aborto, eutanasia, morte dolce… L’euforia della guerra sembra aver rimescolato le priorità di questa friabile politica.

Bravo Papa Francesco che non ti sei lasciato intimorire - né intimidire - da questi uomini (apparentemente di pace) unicamente concentrati, invece, a privatizzare e “monopolizzare” il diritto alla verità unica decidendo chi e cosa sia buono o cattivo. Caro Papa Francesco, per fortuna siamo ancora liberi, come popolo e cristiani, di rifarci alla “Signoria” non violenta di Cristo, che ci dice di perdonare “Non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette” (Mt 18, 22).

Se nel cuore non si fa spazio a un diverso modo di vivere e vedere le cose, tipico dei “Figli di Dio” (vedi l’adultera di qualche domenica fa sottratta alla lapidazione) si correrà veramente il rischio di un’adesione di massa psicologica, politica e religiosa che giustificherà ideologie dispensatrici di sangue e di morte. Di che morte parliamo? Morte di uomini fatti a “Immagine di Dio”? È una dissociazione psicologica oltre che umana e sociale pretendere la Pace tramite la guerra.

Rifletti uomo, rifletti. Il Crocifisso è l’unico che muore a sé per dare la vita agli altri. La sua tomba, il suo Sepolcro è vuoto! Egli ha vinto la morte. Eh, sì: pur dovendo morire, ci invita a “non uccidere”! Questa è l’essenza del Cristiano. “Non uccidere” sia la via per vincere la morte con Cristo Risorto… Buona Pasqua!!! Buona Pasqua a tutti!

* Comunità Shalom