Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
CATTOLICI E POLITICA

Doppio suicidio all'italiana

Renzi il "cattolico" prepara la legge sul matrimonio gay. È sempre così: le cose sporche le fanno fare a un "cattolico" per farle sembrare pulite. Aveva ragione Gramsci, che prevedeva il suicidio dei cattolici. Ma poi ha avuto ragione Del Noce nel prevedere il suicidio del comunismo gramsciano.

Ecclesia 20_06_2014
Antonio Gramsci

Rivediamo scene di un film già visto. Certe cose le fanno fare sempre ai cattolici. Renzi è stato accreditato come cattolico e in continuità con la Dottrina sociale della Chiesa da Avvenire, dal sociologo Garelli sul SIR e da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere. Ed ora il cattolico boy scout prepara una legge sul matrimonio gay.  

Le cose sporche le fanno sempre fare ad un “cattolico” per farle sembrare pulite. L’accelerazione sul gender non è avvenuta durante il governo del cattolico Monti? Investito a Todi 1 di grande credito dal mondo cattolico mentre cattolici irreprensibili entravano nelle file della sua Lista Civica? E non è stato forse il cattolico Letta a finanziare l’educazione al superamento degli stereotipi di genere nelle scuole? Quando la sinistra è andata al potere non lo ha fatto col cattolico Prodi? Ora tocca al cattolico Renzi. 

Per capire il motivo profondo di questo apparentemente strano fenomeno bisogna tornare un po’ indietro col discorso. Antonio Gramsci sosteneva che il movimento cattolico si sarebbe suicidato. I cattolici, infatti – sosteneva il filosofo marxista – si erano impegnati per togliere dall’arretratezza le masse contadine e inserirle nella civiltà, ma così facendo le avrebbero consegnate alla modernità e al comunismo che della modernità – sosteneva – rappresentava la maturità. Impegnandosi dapprima nell’economia e nella società e quindi nella politica i cattolici avrebbero lavorato per il comunismo, facendo transitare le masse italiane verso la completa accettazione del progresso moderno, della democrazia individualista, dell’ateismo. Il fatto che, in molti casi della storia italiana, anche la più recente, ci siamo trovati di fronte a cattolici che hanno fatto la mosca cocchiera della modernizzazione socialista, va ricondotto a questa aihmé corretta previsione di Gramsci: il suicidio dei cattolici. 

Solo che in seguito di suicidi ce n’è stato un altro, quello del comunismo. Gramsci aveva ragione nel prevedere il suicidio dei cattolici, ma anche Augusto Del Noce aveva ragione nel prevedere il suicidio del comunismo gramsciano. Dismettendo l’utopia rivoluzionaria, il comunismo ha smesso di essere una “nuova e integrale civiltà” – come diceva Gramci – ed è diventato un fenomeno borghese, tipico della maturità della modernità, ovvero della modernità della decadenza. Esso ha devalorizzato i residui valori ancora presenti nelle masse italiane e le ha completamente secolarizzate, dando vita alla società opulenta dell’irreligione occidentale.

Dopo il comunismo italiano non c’è posto che per il nichilismo. Si spiega così come le prime cose che fa Renzi non hanno niente di socialista, ma riguardano i desideri individuali di una borghesia scomposta che si avvita nel proprio individualismo: divorzio breve, matrimonio gay, fecondazione eterologa per tutti. Giocare a birilli con embrioni e gameti non è di per sé cosa di stampo direttamente socialista. E questo accade mentre il Partito Democratico è confluito in Europa nel Gruppo socialista, segno che ormai la deriva edonistica è propria di tutto il socialismo europeo: il suicidio è collettivo.

Non tutti nel mondo cattolico hanno seguito questa strada. Non tutti hanno lavorato per dare la nostra gente in mano ad altri, disancorandola dalle proprie radici umane e cristiane. Bisogna dire, però, che gli snodi decisivi hanno sempre avuto la firma di cattolici, a cominciare, se si vuole, dalla famose firme apposte sotto la legge sull’aborto. 

Non era possibile far transitare le masse nella modernizzazione senza affrontare la questione religiosa. Il comunismo italiano, come è noto, non scelse la via della persecuzione violenta (anche se in molti casi ci fu anche questo), ma della conquista culturale, il cui esito magistrale consisteva appunto nel far fare ai cattolici le riforme decisive nella scristianizzazione del nostro Paese. Per far questo però, doveva secolarizzare anche se stesso e perdere i connotati ottocenteschi di una religione, se pur laica. Doveva suicidarsi dopo essersi nutrito del suicidio cattolico.

Dietro Holland che ha voluto il matrimonio per tutti e dietro Renzi che ora vuole anche lui il matrimonio per tutti stanno questi due suicidi. I cattolici hanno portato acqua al socialismo, ma il socialismo nel frattempo era già diventato irreligione radicale tipica di una società opulenta e nichilista.