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EDITORIALE

Cristo si è fermato a Todi

Saltato l'incontro del Forum delle associazioni cattoliche: è il segno del fallimento nell'organizzare la presenza politica dei cattolici a prescindere dai princìpi - vita, famiglia, educazione - che sono gli architravi di una società che voglia dirsi umana.

Editoriali 10_01_2013
Andrea Riccardi

Il Forum delle associazioni cattoliche del mondo del lavoro e dell’impresa (detto Forum di Todi, dal luogo del primo incontro nell'ottobre 2011) ha deciso di far saltare l'atteso incontro previsto per oggi a Roma.
La sospensione di Todi 3 è un fatto da interpretare con attenzione. Essa è il segno di un evidente fallimento nell’organizzare la presenza dei cattolici in politica e può preludere ad un loro significativo oscuramento nel prossimo parlamento. Proviamo a capirne la ragioni.

La prima osservazione da farsi è fin troppo banale: ormai i buoi erano usciti dalla stalla. Todi 1, Todi 2 e poi Todi 3 avrebbero dovuto concordare, orientare o almeno coordinare la presenza politica dei cattolici in questa fase di transizione dalla Seconda repubblica e dal governo tecnico a qualcosa di altro che nessuno conosce ancora. Ma nel frattempo qualcuno è rimasto nel Pdl come Sacconi, Quagliariello o Roccella, qualche altro è andato col Pd, come per esempio Ernesto Preziosi, qualche altro tenta la volata personale con Monti come Olivero e, infine, qualche altro ha deciso di non correre come Riccardi. Già a Todi 2, però, c’era stato un primo segnale di sbandamento, con la Coldiretti e Forlani del Forum del mondo del lavoro che non vi avevano partecipato. L’invito a Monti poi (giustamente) ritirato ha completato il quadro dell’incertezza e sull’incertezza che convegni volete convocare?

La seconda osservazione parte proprio dal ritiro dell’invito a Monti. Il motivo è più che plausibile: nell’agenda Monti non c’è un minimo (ma proprio nemmeno minimo) accenno alle grandi questioni della protezione della vita da un allargamento della legge 40 sulla fecondazione assistita e da una approvazione delle legge sull’eutanasia; né della difesa della famiglia dal divorzio breve e dal riconoscimento delle coppie omosessuali. Nemmeno un accenno! E allora, si saranno detti quelli di Todi, cosa invitiamo a fare Monti che è già partito con la sua squadra e la sua proposta non degnando di un timido accenno le questioni a noi care? Il bello è che a sostenere Monti in questa mancanza di accenni alle questioni a noi care c’era un sacco di quelli di Todi. Facciamo fra tutti il nome di Riccardi, che forse è quello più emblematico, che a “Radio anch’io” ha dichiarato che i principi non negoziabili non sono urgenti. A renderli urgenti è quantomeno il fatto che sono nel programma della sinistra e che verranno tutti presi in mano nei primi cento giorni di un eventuale governo Bersani. Siamo al paradosso: quelli di Todi pensano a Monti, per farlo mettono in frigorifero i principi non negoziabili e poi non lo invitano perché ha già fatto la sua squadra senza tenere conto dei principi non negoziabili.

Ma la terza osservazione è la più importante, in onore al valore simbolico del numero tre. Quello che bisognava fare è chiaro a tutti: il cardinale Bagnasco va a Todi 1 e fa un discorsone veramente bello sulle questioni di fondo e dice che il bene comune non è un mucchio di valori messi insieme a caso ma ha un ordine e in cima a questo ordine ci sono vita, famiglia e libertà di educazione, che non sono valori come gli altri ma sono gli architravi di una società che voglia dirsi umana. Bisognava partire da lì e andare avanti: chi ci sta? Invece: analisi, tattiche, nomi e cognomi, distinguo, Todi1 poi il 2 poi il 3 … e nel frattempo il quadro si è sfilacciato fino a che la tela si è rotta. La Nuova Bussola Quotidiana ha titolato un articolo “Agenda Ratzinger”. Bisognava partire da lì, enunciarla con chiarezza e con meno parole possibili e chiedere chi ci sta. Gli altri andassero dove vogliono.

Come in effetti hanno fatto, in barba a tutti i principi non negoziabili del mondo e in barba a tutte le Note Ratzinger del mondo, secondo cui: “La coscienza morale ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge i cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti”; e ancora: “E’ avvenuto in recenti circostanze che anche all’interno di alcune associazioni o organizzazioni di ispirazione cattolica, siano emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni anche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa. Tali scelte e condivisioni, essendo in contraddizione con  principi basilari della coscienza cristiana, non sono compatibili con l’appartenenza ad associazioni o organizzazioni che si definiscono cattoliche”. Belle parole, ma si sa, i cattolici sono adulti.