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Induismo

Cresce la paura tra i cristiani nepalesi

Per tutto il periodo di Natale le autorità hanno raccomandato alle parrocchie di adottare misure di sicurezza molto rigorose per evitare il rischio di attentati

 

 

 

In Nepal l’81% della popolazione è indù. I cristiani sono 513.000 su un totale di 31 milioni, circa l’1,8% del totale. Dal 2015 anche in Nepal è in vigore una legge “anti-conversione” che limita la libertà di religione. I cristiani inoltre, in quanto gruppo minoritario, subiscono discriminazioni: ad esempio, riferisce Aiuto alla Chiesa che Soffre, siccome non possono registrarsi come istituzione religiosa, non è consentito loro acquistare terreni su cui costruire chiese e cimiteri. Chi deve seppellire i propri morti in terreni privati spesso trova le tombe profanate e i terreni occupati. Sono soprattutto gli indù a infliggere ai cristiani molestie e umiliazioni, con intensità e frequenza intermittenti. Basta poco per scatenare vere e proprie campagne persecutorie. Dallo scorso agosto gli episodi di violenza si sono accentuati dopo che sui social è circolato un video, divenuto virale, che mostrava – così diceva – i cristiani di una comunità intenti a mangiare carne di manzo in una città del Nepal orientale, Dharan. Per gli indù, come è noto, le vacche sono sacre. Il video ha suscitato l’ira degli indù radicali. Il partito nazionalista indù Rastriya Prajatantra ha organizzato delle maniestazioni di protesta. Dei gruppi induisti hanno attaccato sette chiese e diversi esponenti della comunità cristiana. Perciò ai cristiani è stato consigliato di fare attenzione durante le festività di Natale. Le amministrazioni locali hanno rafforzato i controlli e hanno raccomandato alle 12 parrocchie che compongono il Vicariato Apostolico di adottare maggiori misure di sicurezza. A chi partecipa alle funzioni religiose è stato in particolare ordinato di non portare borse o pacchetti per evitare la possibilità che vengano introdotti esplosivi nelle chiese e la cattedrale dell’Assunzione di Kathmandu ha installato delle telecamere di sicurezza nei suoi locali. “C’è un senso di paura e insicurezza che si sta diffondendo nella comunità cristiana durante queste celebrazioni natalizie – ha detto il parroco della cattedrale, padre Lalit Tudu, all’agenzia di stampa UcaNews – ci sentiamo esposti all'ostilità proprio perché siamo cristiani. Il diritto di praticare pacificamente la nostra fede è in una certa misura minacciato”.