Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Agnese da Montepulciano a cura di Ermes Dovico
LOTTA AL MALE

Cosa insegna il Texas degli aborti dimezzati

Nel settembre 2021, primo mese di efficacia della legge n° 8 del Texas, gli aborti sono diminuiti di quasi il 50% rispetto al settembre 2020. Ci sono donne che abortiscono in altri Stati, ma il decremento di aborti è comunque maggiore rispetto a quello registrato in altre occasioni. E ci sono almeno quattro motivi per guardare con favore alla legge texana.

Editoriali 13_11_2021 English Español

Si chiama “Impatto iniziale della Legge n. 8 del Senato del Texas sugli aborti in Texas e nelle strutture fuori dallo Stato” ed è una ricerca elaborata dal Texas Policy Evaluation Project dell’Università di Austin. La ricerca ci informa che nel settembre 2021 gli aborti si sono dimezzati rispetto al settembre 2020.

Il 1° settembre 2021 è entrata in vigore la legge n. 8 del Texas (SB8) che vieta l’aborto al rilevamento di attività cardiaca embrionale che può essere presente già alla sesta settimana di gravidanza. La legge permette di segnalare alle autorità tutti coloro che “aiutano e incoraggiano” ad abortire dopo tale termine. La donna invece è esente da sanzione. Come è noto la Corte Suprema aveva rifiutato di bloccare la legge così come richiesto dall’amministrazione Biden. Attualmente presso la stessa Corte pende un altro duplice ricorso.

Tornando alla ricerca, lo studio ci informa che “complessivamente, sono stati effettuati 2.164 aborti a settembre 2021 e 4.313 a settembre 2020, un decremento del 49,8%”. Da notare che invece si è registrato un aumento del 28% nell’agosto di quest’anno rispetto all’anno prima perché, sapendo che la legge sarebbe entrata in vigore a breve, le donne si sono affrettate ad abortire prima che scattasse il divieto.

Interessante sottolineare come l’attuale decremento superi quelli registrati in occasioni di leggi simili varate sempre in Texas. La percentuale del 50%, ad esempio, è maggiore di quella del 2013 quando un’altra legge del Texas prevedeva che per poter effettuare un aborto la clinica non dovesse essere troppo distante da un ospedale affinché, in caso di complicanze per la madre, si potesse intervenire prontamente. Allora oltre la metà delle cliniche che praticavano aborti chiusero e gli aborti diminuirono del 13%. Anche l’anno scorso si era registrata una diminuzione consistente di aborti, quando un decreto esecutivo del marzo 2020 vietò di praticare aborti per un periodo di 30 giorni dall’inizio della pandemia di Coronavirus. Il calo allora fu del 38%.

Lo studio poi mette in rilievo che molte donne texane che vogliono abortire saranno d’ora in poi costrette a recarsi negli Stati vicini, quali Arkansas, Louisiana, New Mexico e Oklahoma. La ricerca però appunta: “Esiste un limitato numero di strutture che forniscono servizi abortivi negli Stati vicini, il che potrebbe rendere difficile per queste strutture soddisfare un aumento della domanda delle pazienti”. E infatti i ricercatori hanno evidenziato un aumento dei tempi di attesa in queste cliniche, segno che l’affluenza nel solo mese di settembre aveva già subito un incremento.

Un pro-life comprensibilmente potrebbe obiettare: questa legge non serve a nulla dato che le donne comunque andranno ad abortire altrove. Insomma, si sposta solo il problema poco più in là.

Risposta. In primo luogo, è un bene che almeno il Texas inizi a lavarsi via le macchie di sangue provocate dall’aborto, seppur la pratica non sia ancora completamente vietata. Se non puoi pulire tutto il marciapiede, preoccupati almeno del pezzo davanti a casa tua. In secondo luogo, si manda un messaggio importante di carattere educativo e culturale: l’aborto è un crimine. Un messaggio che potrebbe essere accolto anche da altri Stati. In terzo luogo, a volte anche se non si riesce ad impedire il male, è bene ostacolarlo. Bene quindi costringere le donne a recarsi in altri Stati, bene rendere difficile abortire. Infine, non si può escludere che obbligare le donne ad andare in altri Stati dove ci sono tempi di attesa abbastanza lunghi possa comportare una diminuzione del numero di aborti. Infatti il tempo di attesa gioca a favore della vita: la donna ha più tempo per riflettere e non si può escludere che qualcuna ci ripensi.