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IMMIGRAZIONE

"Convertiti" per l'asilo. Come il kamikaze di Liverpool

Per ottenere lo status di rifugiato, molti immigrati irregolari inventano storie di violenza in patria. Uno di questi era Emad Al Swalmeen, mancato attentatore di Liverpool. Si era anche convertito al cristianesimo. Ma le indagini ora rivelano che fosse ancora musulmano. Sono molte le conversioni finte, perché un apostata non può tornare a casa.

Libertà religiosa 10_01_2022
Emad Al Swalmeen, il mancato attentatore di Liverpool

Nel 2021 in Unione Europea gli ingressi illegali sono notevolmente aumentati rispetto al 2020 e ancor più rispetto al 2019. L’unica frontiera che ha registrato un decremento è quella del Mediterraneo orientale. I dati più preoccupanti riguardano i confini orientali dell’Unione Europea e l’Italia. Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, a fine ottobre stimava un aumento del 140% per la rotta balcanica (48.500 ingressi) e del 91 per cento per l’Italia (55.000). Ma al 31 dicembre risultano arrivate nel nostro Paese 66.770 persone mentre erano state 34.154 nel 2020 e 11.471 nel 2019.

Quale che sia la frontiera scelta per entrare in Europa, all’arrivo gli emigranti illegali si dichiarano profughi e chiedono asilo. È ormai noto e indiscutibile che nella maggior parte dei casi gli accertamenti rivelano che la richiesta è infondata, l’asilo non viene concesso e neanche la protezione sussidiaria (attribuita nel caso esista comunque il timore che, se rimpatriato, l’emigrante incorrerebbe nel rischio di subire violenze). L’Italia, ad esempio, concede lo status giuridico di rifugiato in media a circa il 10% dei richiedenti (in passato anche meno) e ad altrettanti concede protezione sussidiaria. Tutti gli altri usano la richiesta di asilo come espediente per farsi accogliere, almeno per il tempo necessario a verificare se la loro richiesta è motivata oppure no.

Giocando con i termini, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati sostiene che non esistono richiedenti asilo falsi o illegali. “In quanto richiedente asilo – spiega, citando l’ex Segretario generale dell’Onu Kofi Annan – una persona inizia un percorso legale di accertamento del suo status di rifugiato. Chiunque ha diritto di chiedere asilo in un Paese straniero. Chi non ne ha i requisiti non ottiene lo status di rifugiato, ma solo perché una persona non lo ottiene non vuol dire che sia un falso richiedente e comunque un richiedente asilo falso non è un criminale e una richiesta di asilo respinta non lo qualifica come falso”. Certo che chi chiede asilo passa da una situazione di illegalità a una legale, proprio per questo gli emigranti irregolari chiedono asilo. La Convenzione di Ginevra per i rifugiati infatti vieta agli Stati che l’hanno sottoscritta di espellere o respingere chi si dichiara rifugiato e chiede asilo. 

Ma come altrimenti si potrebbero definire, se non falsi, i racconti di chi dice di essere stato in pericolo di vita, di essere scampato a persecuzioni, di provenire da un Paese in guerra quando si accerta che non corrispondono al vero? E poi, vista negata la protezione internazionale, molti richiedenti asilo, con l’aiuto dei legali che li assistono, si ingegnano di trovare nuovi più solidi argomenti. Uno, molto convincente, è sostenere ad esempio di aver abbandonato l’islam per convertirsi al cristianesimo, un reato gravissimo che secondo la legge coranica è passabile della pena di morte.

Qualcuno ricorderà che lo scorso 14 novembre a Liverpool un taxi è saltato in aria uccidendo il passeggero che portava con sé un ordigno esplosivo, da lui fabbricato nell’appartamento in cui abitava, forse per compiere un attentato e scoppiato prima del tempo. L’uomo si chiamava Emad Al Swalmeen, era originario dell’Iraq, era arrivato in Gran Bretagna nel 2014 legalmente con un passaporto giordano e un visto. Tuttavia, poco dopo il suo arrivo, al Swalmeen aveva dichiarato di essere di origine siriana e aveva chiesto asilo dicendosi in fuga dalla Siria in guerra. Però non era stato creduto e quella richiesta e tutte le altre presentate successivamente – l’ultima nel novembre del 2020 – erano state respinte. Nel frattempo si era convertito al cristianesimo e nel 2017 aveva ricevuto il battesimo, ma, secondo la polizia e in particolare l’ispettore capo Andrew Meeks che ha seguito il caso, molto probabilmente lo aveva fatto per rafforzare la propria richiesta di asilo. Nel suo appartamento infatti sono stati rinvenuti una copia del Corano e un tappeto da preghiera: “era del tutto evidente che l’uomo eseguiva le pratiche religiose di un seguace dell’islam” ne hanno dedotto le autorità britanniche arrivando alla conclusione che la sua conversione al Cristianesimo fosse falsa. A confermarlo sono alcune testimonianze secondo le quali al Swalmeen frequentava una moschea ogni giorno nell’aprile del 2021, durante il Ramadan. 

Come al Swalmeen, altri emigranti illegali sembra ricorrano a conversioni di convenienza. Fin dal 2016 esponenti della Chiesa d’Inghilterra hanno messo in guardia sul fatto che dei richiedenti asilo musulmani fingono di convertirsi al cristianesimo solo per impedire di essere rimpatriati, sostenendo che, in quanto apostati, in patria li aspettano torture e in certi casi una condanna a morte. Nel 2016 il reverendo Peter Wilcox, all’epoca decano della diocesi di Liverpool, aveva dichiarato che la sua cattedrale aveva battezzato circa 200 richiedenti asilo musulmani nell’arco di quattro anni, mentre gli risultava neanche una persona già in possesso della cittadinanza inglese si fosse convertita dall’islam al cristianesimo.