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L'EDITORIALE

Con il gelo nel cuore

Accanto al bollettino metereologico con le notizie sulla neve e sulle temperature, c'è quello dei senzatetto morti per il freddo. Non dovremmo abituarci...

Editoriali 20_12_2010


Il «generale Inverno» miete le sue vittime. Anche se a fare notizia è l’incredibile paralisi che si è verificata tra venerdì e sabato nel tratto toscano dell’autostrada del Sole (sole che purtroppo che non c’era), il gelido bollettino meteorologico, oltre alle temperature (basse) e alle previsioni (non buone) per i prossimi giorni, riporta anche il numero dei morti per freddo.

Mi colpisce il fatto che questi frettolosi necrologi vengano presentati quasi alla stregua di quei «danni collaterali» da mettere in conto, conseguenze che non si possono evitare, perché quando le temperature scendono di diversi gradi sottozero, non è facile proteggersi se si vive all’addiaccio.

E così nei giorni scorsi a Milano sono morti un’ex badante ucraina di 47 anni, trovata morta nei pressi dei Giardini Montanelli di Porta Venezia. Poi è toccato a un senzatetto cingalese della stessa età, trovato morto congelato accanto all’ingresso di un supermercato. L’uomo è stato identificato solo grazie a un tesserino dell’Opera San Francesco, la onlus dei frati capuccini che offre cibo e vestiario ai poveri.

Ancora, sono di ieri le notizie della morte di un clochard italiano di 64 anni, ucciso dal gelo a Varese, mentre un altro barbone è stato trovato morto per il freddo a Torino. Bisognerebbe cercare di non abituarsi a questo tragico bollettino invernale. Perché non dovrebbe essere così scontato che si debba morire di freddo. Dove ci sono le metropolitane, si dovrebbero tenere aperte alcune stazioni di notte, permettendo ai senzatetto di dormirvi durante i giorni più gelidi dell’anno. Nelle città senza metrò, potrebbero essere tenute aperte stazioni.

È proprio la grande festa cristiana che ci apprestiamo a celebrare a richiamare l’attenzione verso la triste condizione di chi vive per strada perché non ha più una casa: non dimentichiamoci che il Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza, è venuto al mondo in una famiglia temporaneamente senza tetto.