Benin, la Chiesa cattolica ricorda i soldati uccisi dal gruppo Jnim
Il gruppo jihadista, che sta cercando di insediarsi nel paese dove quasi metà della popolazione è cristiana, dall’inizio dell’anno ha ucciso decine di militari.
Genocidio e pulizia etnica. Dove riesce a penetrare e radicarsi, il jihad, la guerra santa dei musulmani contro gli infedeli, adotta entrambi i metodi di lotta per conquistare all’Islam tutto il pianeta. In Africa, dove ormai minaccia oltre 20 paesi su 54, è responsabile di decine di migliaia di morti, di milioni di sfollati e rifugiati. Nigeria, Somalia, Burkina Faso, Mali, Niger, Algeria sono gli stati africani in cui finora i jihadisti hanno colpito più duramente, infierendo con ferocia anche contro i musulmani ritenuti colpevoli di non rispettare scrupolosamente le prescrizioni della shari’a, la legge islamica. È quindi con grande, comprensibile preoccupazione che la chiesa cattolica del Benin guarda ai tentativi di insediarsi nel paese di alcuni gruppi jihadisti già attivi nei vicini Burkina Faso e Niger. I primi attentati risalgono al 2019. I jihadisti prendono di mira soprattutto le basi militari. Dal 2021 al 2024 oltre 120 soldati sono stati uccisi. Dall’inizio del 2025 le incursioni e gli attacchi si sono intensificati. Il più letale è stato messo a segno il 17 aprile quando un centinaio di jiahdisti di Jnim, un gruppo affiliato ad al-Qaeda, hanno attaccato due avamposti militari uccidendo 54 soldati. I vescovi cattolici hanno voluto ricordarli durante la Sessione plenaria della Conferenza episcopale del Benin, svoltasi dal 21 al 23 maggio. “I vescovi del Benin esprimono la loro profonda compassione all’intera nazione e alla famiglie afflitte dei nostri concittadini caduti nell’adempimento del loro dovere – si legge nel comunicato diffuso alla fine della Sessione – coscienti dei sacrifici effettuati per la preservazione della pace e della sicurezza del nostro paese, preghiamo con fervore per il riposo eterno di questi eroi”. Quasi metà degli abitanti del Benin sono cristiani. I cattolici sono circa il 28%. L’evangelizzazione del paese è iniziata nel 1861. Oggi la Chiesa cattolica è presente con centinaia di istituti scolastici e presidi sanitari, tutti possibili bersagli dei jihadisti.